Prestigioso riconoscimento europeo per la ricerca italiana. Il  National Institute for Health and Care Excellence (NICE) ha dato il via libera a rifaximina-α 550 mg, un trattamento innovativo per l’encefalopatia epatica (EE), una patologia neuropsichiatrica grave, associata alla malattia epatica, che incide pesantemente sulla qualità e l’aspettativa di vita dei pazienti. Ne soffrono circa 200.000 persone in Europa; in Italia si stima che ogni anno circa 9.000 pazienti vengano ospedalizzati a causa della malattia.

Questo trattamento innovativo, autorizzato per la riduzione della recidiva degli episodi di encefalopatia epatica manifesta nei pazienti a partire dai 18 anni, è prodotto da Alfa Wassermann e commercializzato nel Regno Unito da Norgine.

“Siamo molto lieti che sia stato riconosciuto l’autentico valore di rifaximina-α 550 mg, esempio dell’eccellenza della ricerca scientifica italiana”, ha dichiarato Pier Vincenzo Colli, Direttore Generale di Alfa Wassermann. “Questa è la conseguenza dell’importanza che questo farmaco riveste per i pazienti, i loro familiari e il sistema sanitario, come dimostrano i dati clinici di real world che sono stati presentati. È fondamentale poter disporre di ulteriori opzioni terapeutiche per l’encefalopatia epatica, poiché la malattia epatica è sempre più diffusa e attualmente non esiste alcuna cura per l’EE, a parte il trapianto di fegato”, ha concluso Colli.

“Accolgo con entusiasmo la decisione del NICE di approvare questo trattamento di vitale importanza che farà realmente la differenza per quanto riguarda la qualità della vita dei pazienti e delle loro famiglie”, ha affermato Antonio Gasbarrini, Professore Ordinario di Gastroenterologia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, Direttore dell’Unità Operativa Complessa di Medicina Interna e Gastroenterologia del Policlinico Gemelli di Roma. “Le opzioni terapeutiche per i pazienti con encefalopatia epatica sono estremamente limitate - ha aggiunto Gasbarrini - e dal 1969, quando è stato introdotto il lattulosio, non è stato più reso disponibile alcun trattamento. Grazie a rifaximina è invece possibile prevenire con successo le ricadute, trattando i pazienti in modo da ristabilire l’equilibrio del microbiota intestinale. Il farmaco è inoltre ben tollerato, trattandosi di un antibiotico che non viene assorbito dall’organismo”.