Alla fine Sanofi ha vinto e Amgen ha perso la gara per chi porterà sul mercato il primo farmaco della classe degli anti PCSK9, i potentissimi anti colesterolo che promettono di rivoluzionare questo tipo di terapie.

Sanofi e la biotech Regeneron hanno appena annunciato che la US Food and Drug Administration (FDA) ha accettato di esaminare con procedura accelerata (priority review) la domanda di registrazione presentata dalle due aziende per l’anticolesterolo alirocumab.

L’Agenzia americana si è impegnata ad esprimere la propria valutazione in soli sei mesi, e la data prevista per il giudizio dell’Fda e è il 25 luglio. Se sarà approvato, verrà messo in commercio con il marchio Praluent.

Alirocumab ha quindi circa un mese di vantaggio rispetto a evolucumab, farmaco appartenente alla stessa classe farmacologica, per il quale l’Fda prenderà una decisione il 27 agosto. Gli analisi ritengono che ciascuno dei due farmaci possa raggiungere vendite annue per circa $2 miliardi.

I due farmaci sono anticorpi monoclonali interamente umani che inibiscono la proproteina convertasi subtilisina/kexina di tipo 9 (PCSK9), una proproteina che riduce la capacità del fegato di rimuovere il colesterolo LDL dal sangue. Nei vari trial i cui risultati sono già stati pubblicati o presentati in congressi internazionali hanno dimostrato di poter ridurre il colesterolo in misura variabile dal 40 al 60%.

Sono stati sviluppati per i pazienti con forme di ipercolesterolemia familiare (omozigote ed eterozigote)  e per quei pazienti nei quali la terapia con statine è insufficiente a controllare i livelli di colesterolo oppure non è tollerata.

I pazienti con ipercolesterolemia familiare, una condizione ereditaria che provoca la presenza di livelli elevati di colesterolo LDL già a partire dalla nascita, sono esposti a un rischio elevato di eventi cardiovascolari in età precoce. L’ipercolesterolemia familiare eterozigote è uno dei disturbi genetici più comuni, che a livello mondiale interessa circa un individuo su 200-500.

Inizialmente,  Amgen era in un vantaggio nell’ottenere l'approvazione alla commercializzazione per evolocumab, visto che aveva presentato la domanda di registrazione alla US Food and Drug Administration nel mese di agosto dello scorso anno. Il dossier di Amgen verrà esaminato con la procedura classica che richiede 10 mesi per la valutazione del dossier registrativo.

Sperando di colmare il divario, Sanofi e Regeneron hanno pagato 67,5 milioni dollari a BioMarin Pharmaceutical per ottenere un voucher che consente in pratica di pagarsi la prioritìy review (dossier esaminato in 6 mesi) e che è servito per accelerare il processo di revisione di alirocumab e passare quindi in vantaggio.
BioMarin Pharmaceutical aveva ottenuto dall’Fda il diritto alla priority review per lo sviluppo di Vimizim (il primo farmaco per la sindrome di Morquio) ma ha pensato bene di venderlo (si tratta di una pratica ammessa dall’Fda) e di fare cassa. Sanofi ha quindi acquistato questo diritto facendolo valere per alirocumab

La domanda di registrazione presentata all’Fda per alirocumab è suffragata dai dati provenienti da oltre 5mila pazienti, studiati in vari trial di cui 10 di fase III che fanno parte del programma clinico ODYSSEY. Questo grande progetto clinico arruolerà complessivamente oltre 23.500 pazienti in oltre 2.000 centri di studio in studi in doppio cieco randomizzati, e controllati verso comparator attivo e placebo che avranno una durata compresa da 24 settimane a circa 5 anni.

All'inizio di gennaio, Sanofi aveva annunciato che l'Agenzia europea per i medicinali (Ema) ha accettato la revisione del dossier registrativo di alirocumab (Marketing Authorization Application). Normalmente l’Ema necessita di circa 9 mesi per la valutazione del dossier registrativo di un farmaco.

Il costo dei due farmaci per ora non è mai stato reso noto. Dipenderà molto dalle indicazioni che verranno approvate e quindi da quanti pazienti saranno eligibili a queste nuove terapie che appaiono particolarmente promettenti sia per la loro grandissima efficacia come anticolesterolo, mai vista sino ad ora, sia per la comodità di assunzione, perché basterà una sola iniezione sottocute al mese o ogni due settimane.

Se fossero particolarmente elevati, potrebbe innescarsi una situazione quale quella appena vista per i due farmaci antiepatite C per i quali è nata una specie di gara al ribasso tra AbbVie e Gilead per aggiudicarsi le forniture delle più importanti società americane di distribuzione di medicinali. Il capo di Express Script (la società che per prima ha siglato l’accordo di esclusiva con Abbvie) lo ha già anticipato: «I PCSK9  sono la nostra prossima opportunità».

Mentre Sanofi e Amgen gareggeranno per chi riuscirà ad affermare meglio il proprio farmaco, Pfizer, che è almeno un anno indietro, affila le armi e sta studiando un anti PCSK9 per via orale o come “vaccino” una volta l’anno. Per il colesterolo si prospetta una vita dura.


Danilo Magliano