Adesso i nuovi anti coagulanti orali sono diventati ufficialmente quattro. Al terzetto formato da dabigatran, rivaroxaban e apixaban, si è aggiunto anche edoxaban appena approvato dall’Fda  per la riduzione dello stroke e degli eventi embolici sistemici in pazienti con fibrillazione atriale non valvolare. Il farmaco è stato approvato anche per il trattamento della trombosi venosa profonda e dell’embolismo polmonare in pazienti già trattati per 5-10 giorni con altri farmaci anticoagulanti somministrati per iniezione o infusione.

Edoxaban è un nuovo anticoagulante orale disponibile in monosomministrazione giornaliera che inibisce in modo specifico, reversibile e diretto il fattore Xa, un importante fattore della cascata della coagulazione. Sviluppato da Daiichi Sankyo, in Usa il farmaco sarà messo in commercio con il marchio Savaysa.

Il labeling del farmaco comprende anche un” boxed warning” che fornisce importanti informazioni sul dosaggio e la sicurezza per gli operatori sanitari su gruppi specifici di pazienti, tra cui un avviso che edoxaban è meno efficace nei pazienti con fibrillazione atriale con una clearance della creatinina superiore a 95 ml al minuto. La clearance della creatinina dovrebbe essere valutata prima di iniziare la terapia con il farmaco. I pazienti con clearance della creatinina superiore a 95 ml al minuto hanno un aumentato rischio di ictus rispetto a pazienti simili cui viene somministrato warfarin . Un altro anticoagulante deve essere usato al suo posto.

Per quanto concerne l'Europa, il pronunciamento del Chmp è atteso per il prossimo mese di marzo e quindi l'ok finale dovrebbe arrivare per maggio o giugno. Per l'Italia quindi la disponibilità è  prevedibile per il 2016.

L’approvazione deriva in larga parte dai risultati dello studio ENGAGE AF-TIMI 48 (Effective Anticoagulation with Factor Xa Next Generation in Atrial Fibrillation—Thrombolysis in Myocardial Infarction 48) presentato in anteprima al congresso annuale dell’American Heart Association di Dallas e  i cui dati sono anche stati contemporaneamente pubblicati online dal New England Journal of Medicine.

Nel trial, edoxaban, è risultato efficace quanto warfarin nella prevenzione dell’ictus nei pazienti con fibrillazione atriale non-valvolare con il vantaggio di veder ridotti i sanguinamenti dal 20 al 50% a seconda del dosaggio utilizzato.

Il tasso annuale di ictus - endpoint di efficacia primaria dello studio - è stato dell’1,18 % tra i pazienti trattati con 60 mg di edoxaban vs 1,5 % nel gruppo warfarin (HR 0,79 ; 97,5 % CI 0,63-0,99 , p < 0,001 per la non inferiorità) e 1,61 % nella ( 30 mg ), nel braccio a basso dosaggio ( HR 1,07 ; 97,5 CI 0,87-1,31 , p = 0,005 per la non inferiorità).
Molto confortanti anche i dati sulla sicurezza del farmaco. Nello studio, la dose da 60 mg di farmaco riduce la mortalità cardiovascolare del 14% e gli eventi emorragici maggiori del 20% rispetto a warfarin , ma a metà dose la riduzione di sanguinamenti è stata del 53 %.

Si tratta del più grande studio mai condotto finora sulla FA, poiché ha arruolato 21.105 pazienti in 46 Paesi e 1400 centri di ricerca, con il più lungo follow-up ed il più ampio numero di endpoints primari fra gli studi condotti con i nuovi anticoagulanti orali (NOACs).

Comunicato Fda