Gastroenterologia ed epatologia

Coinfezione HCV/HIV, con ledipasvir/sofosbuvir bastano 8 settimane per guarire

Bastano 8 settimane per curare l'epatite C, di genotipo 1 o 4, in soggetti coinfetti HIV-HCV. E' quanto mostrato dai risultati dello studio SWIFT-C, in cui è stata utilizzata la combinazione di sofosbuvir/ledipasvir. Questi dati sono stati presentati a Washington al congresso dell'associazione americana per lo studio del fegato (AASLD).

Bastano 8 settimane per curare l’epatite C, di genotipo 1 o 4, in soggetti coinfetti HIV-HCV. E’ quanto mostrato dai risultati dello studio SWIFT-C, in cui è stata utilizzata la combinazione di sofosbuvir/ledipasvir. Questi dati sono stati presentati a Washington al congresso dell’associazione americana per lo studio del fegato (AASLD).

L'avvento degli antivirali ad azione diretta (DAA) ha reso il trattamento per l'epatite C cronica più breve, meglio tollerato e molto più efficace, anche per le persone, come quelle con coinfezione HIV/HCV, che erano considerate difficili da trattare con le terapie a base di interferone.

La durata raccomandata di sofosbuvir/ledipasvir per l'HCV cronico di genotipo 1 o 4 è di 12 settimane, sebbene alcune persone facili da trattare riescono a raggiungere la risposta virologica sostenuta con 8 settimane.
L'epatite C acuta, ovvero la malattia che si instaura nei primi 6 mesi dopo l'infezione, è generalmente più facile da trattare rispetto all'infezione cronica.

Studi condotti finora hanno dimostrato che un trattamento della durata di 8 settimane con sofosbuvir/ledipasvir è efficace per la terapia dell'HCV di genotipo 1 durante l'infezione acuta nelle persone HIV-negative; in questo gruppo di pazienti, una terapia della durata di 6 settimana sembra essere ugualmente efficace come mostrato da un recente studio.

Il problema è che fermarsi a 6 settimane è accompagnato da un tasso di recidiva inaspettatamente alto per le persone con coinfezione da HIV/HCV, e alcuni esperti hanno raccomandato di trattare questo gruppo per 12 settimane.
Susanna Naggie del Duke University Medical Center e colleghi hanno condotto lo studio SWIFT-C per valutare l'efficacia di 8 settimane di sofosbuvir/ledipasvir per le persone con HIV che avevano una co-infezione acuta da HCV.

Lo studio ha arruolato 27 partecipanti HIV positivi con infezione acuta da HCV in diversi siti negli Stati Uniti. L'HCV acuta è stata definita come una nuova positività all’RNA per l’HCV (carica virale) o positività a un recente test anticorpale (entro 6 mesi dopo un precedente test negativo), o recente innalzamento dell'enzima epatico e RNA per l’HCV rilevabile.

I partecipanti hanno aspettato fino a 12 settimane dopo l'infezione per verificare se si verificherebbe l'eliminazione spontanea o naturale senza trattamento, il che avviene circa nel 25% delle volte.
Tutti i partecipanti allo studio erano uomini, l'età media era di 46 anni, i due terzi erano bianchi e un terzo erano ispanici. Più dell'80% ha dichiarato di non essersi mai iniettato droghe e si è presunto che possano aver acquisito l’HCV attraverso la trasmissione sessuale.

Tutti i partecipanti avevano genotipo 1 dell'HCV, tranne una persona con genotipo 4. Circa uno su cinque aveva una carica virale RNA dell'HCV elevata (oltre 6 milioni UI/ml) al basale.
Tutti i partecipanti erano in terapia antiretrovirale (ART) con carica virale dell'HIV non rilevabile. Avevano una funzione immunitaria ben conservata, con una conta CD4 mediana di 561 cellule/mm3. Erano su vari regimi ART, circa la metà utilizzava un inibitore dell'integrasi dell'HIV. Nove persone stavano assumendo un regime che includeva tenofovir disoproxil fumarato (DF) e come booster ritonavir o cobicistat.

Sofosbuvir/ledipasvir può aumentare i livelli di tenofovir quando co-somministrato con un inibitore della proteasi potenziato con ritonavir, con elvitegravir potenziato da cobicistat o con efavirenz o rilpivirina. Livelli insolitamente alti di tenofovir DF possono causare problemi ai reni e perdita di tessuto osseo in alcune persone.

Tutti i partecipanti hanno ricevuto sofosbuvir/ledipasvir per 8 settimane; non c'era un braccio di controllo. L'endpoint primario dello studio era la risposta virologica sostenuta o l’RNA dell’HCV persistente non rilevabile 12 settimane dopo la fine del trattamento (SVR12).
Tutti i partecipanti hanno completato il trattamento e raggiunto l’SVR12 con un tasso di guarigione del 100%. Questo si confronta favorevolmente con un tasso di guarigione storico del 60% utilizzando interferone pegilato più ribavirina per 24-48 settimane.

Sofosbuvir/ledipasvir è risultato generalmente sicuro e ben tollerato. C'era solo un evento avverso grave, che non era considerato correlato al trattamento. Un terzo dei partecipanti ha manifestato eventi avversi moderati o peggiori. Due persone che hanno usato tenofovir DF in un regime potenziato hanno soddisfatto i criteri per la tossicità renale.

Sulla base di questi risultati, i ricercatori hanno concluso, "Questi dati supportano una durata di 8 settimane di sofosbuvir/ledipasvir nel trattamento dell'infezione acuta da HCV in persone con infezione da HIV."
In risposta a una domanda di Jürgen Rockstroh, che ha condotto uno studio che ha mostrato un alto tasso di recidiva con solo 6 settimane di sofosbuvir/ledipasvir per le persone con coinfezione, Naggie ha riconosciuto che le persone con una carica virale più alta hanno impiegato più tempo per raggiungere un livello non rilevabile, e i medici potrebbero prendere in considerazione 12 settimane di trattamento per le persone con RNA dell’HCV basale molto alto.

Dati gli effetti collaterali difficili e il tasso di guarigione relativamente basso della terapia a base di interferone, le linee guida di trattamento utilizzate consigliavano di attendere alcuni mesi dopo l'infezione da HCV per verificare se si raggiungesse una clearance spontanea senza trattamento. Ma data la buona tollerabilità e l'eccellente tasso di risposta con i DAA, un numero crescente di esperti consiglia un trattamento tempestivo dell'infezione acuta, che non solo allevia i sintomi dell' infezione e previene il danno epatico, ma ferma anche la trasmissione dell'HCV in un momento in cui la carica virale può essere alta.

Naggie S et al. Sofosbuvir-containing regimens without interferon for treatment of acute HCV in HIV-1 infected individuals (SWIFT-C). The Liver Meeting, abstract 196, 2017.