I pazienti con malattia infiammatoria intestinale (IBD) in terapia con una tiopurina sono esposti a un aumento del rischio di linfoma, rischio che, tuttavia, si abbatte dopo l'interruzione del farmaco. A evidenziarlo sono i dati di una metanalisi pubblicata di recente su Clinical Gastroeneterology ed Hepatology.

A partire dai dati di una prima metanalisi, gli autori, coordinati da David S. Kotlyar, della University of Pennsylvania di Philadelphia, hanno stimato in modo più accurato il rischio relativo di linfoma nei pazienti con IBD che erano stati esposti a tiopurine e hanno confrontato anche il rischio relativo tra i diversi tipi di studio e nei pazienti attualmente n terapia con questi farmaci e quelli che li avevano assunti in passato.

Tra 4383 citazioni, gli autori hanno selezionato 18 studi rilevanti che soddisfacevano i criteri di inclusione, nei quali i pazienti erano stati trattati con azatioprina o 6-mercaptopurina.

La durata mediana della terapia è stata di 18 mesi prima della diagnosi di linfoma. I dati aggregati hanno mostrato un rapporto di incidenza standardizzato (SIR) complessivo di linfoma pari a 4,49 (IC al 95% 2,81-7,17). Il SIR è risultato pari a 2,43 (IC al 95% 1,5-3,92) negli otto studi di popolazione e 9,16 (IC al 95% 5,03-16,7) nei 10 studi eseguiti in centri di riferimento (P < 0,05).

Inoltre, il SIR combinato è risultato pari a 1,06 (IC al 95% 0,81-1,4) per i pazienti che erano naïve alle tiopurine, 1,42 (IC al 95% 0,86-2,34) per i pazienti trattati in precedenza con questi farmaci e 5,71 (IC al 95% 3,22-10,1) per quelli in trattamento con una tiopurina al momento dello studio. Il livello di rischio è diventato significativo tra il primo e il secondo anno di esposizione (SIR 4,3; IC al 95% 1,85-10,1).

Le analisi hanno mostrato anche una differenza di genere di non poco conto, in quanto è emerso un rischio doppio negli uomini rispetto alle donne (RR 2,05; P < 0,05), ma sia gli uomini (SIR 3,6; IC al 95% 2,68-4,83) sia le donne (SIR 1,76; IC al 95% 1,08-2,87) hanno mostrato tale aumento del rischio.

Anche l’età sembra avere un ruolo, perché i pazienti al di sotto dei 30 anni sono quelli in cui si è trovato il RR più alto (SIR 6,99; IC al 95% 2,99-16,4), mentre il rischio assoluto è risultato maggiore nei pazienti di età superiore ai 50 anni (1 su 377 casi per anno-paziente).

"Abbiamo dimostrato che i pazienti con IBD che assumono tiopurine hanno un’incidenza quasi sei volte più alta di linfoma rispetto alla popolazione generale" concludono i ricercatori. "Inoltre, abbiamo evidenziato che l'uso di tiopurine non sembra tradursi in un aumento persistente dell’incidenza di linfoma una volta che il farmaco viene sospeso, a suggerire che potrebbe essere l’immunosoppressione, piuttosto che un danno diretto al DNA, ad essere importante per lo sviluppo dei linfomi in eccesso”.

Kotlyar DS. Risk of Lymphoma in Patients with Inflammatory Bowel Disease Treated with Azathioprine and 6-Mercaptopurine: a Meta-Analysis. Clin Gastroenterol Hepatol. 2014;doi:10.1016/j.cgh.2014.05.015
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