Infettivologia

Antibiotico-resistenza, vaccini e terapie contro il Covid. I temi caldi dell'infettivologia al centro del convegno ACTA Reboot

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Approccio onnicomprensivo alle malattie infettive, dibattito scientifico, partecipazione di giovani ricercatori: questi gli aspetti principali della prima edizione del convegno ACTA Reboot - Attualità e Controversie in Terapia Antinfettiva di Milano che ha visto al centro dell'attenzione l'emergenza antibiotico resistenza e che ha analizzato anche le ultime novità in tema di vaccini e terapie contro il Covid e la necessità di un trattamento più puntuale delle infezioni virali croniche da HIV ed Epatiti.

Il convegno, presieduto dal Prof. Paolo Bonfanti, dal Prof. Andrea Gori e dal Prof. Giuliano Rizzardini, si è proposto come strumento innovativo dopo due anni e mezzo di pandemia. Non è stato adottato un approccio monotematico, bensì si è sviluppata un’analisi a 360 gradi sulle malattie infettive.

Particolare rilievo si è attribuito alle innovazioni, di cui i vaccini a mRna costituiscono uno degli esempi più nitidi, ma non l’unico. Nel titolo figura anche il concetto di “controversie”, perché la Scienza non è dogmatica, ma è fatta di dubbi, domande, confronti e impone di affrontare quelle “zone grigie” che ancora esistono, anche nelle terapie antinfettive.

Inoltre, il Convegno ha investito molto sui giovani, coinvolgendoli nel dibattito e nell’esposizione della loro produzione scientifica. Numerosi i temi affrontati: la fase endemica della pandemia di Covid-19, l’emersione di nuovi patogeni, la necessità di una cura sempre più puntuale delle infezioni virali croniche da HIV, HBV, HCV, HDV, il drammatico fenomeno delle multiresistenze. In occasione dell’inaugurazione del Convegno, presente per un saluto istituzionale Letizia Moratti, Vice Presidente  e Assessore al Welfare della Regione Lombardia, la quale ha sottolineato l’importanza della sanità di prossimità e l’impegno profuso dalla Regione in questo specifico settore con l’Agenzia per le malattie infettive.

La resistenza agli antibiotici, emergenza globale 
Tra i temi di rilievo affrontati dal convegno ACTA Reboot, grande attenzione riservata all’antibiotico-resistenza, fenomeno emergente da alcuni anni, ma di cui si fatica a prendere consapevolezza. Come si evince dai dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, nel 2050 sarà la prima causa di morte a livello globale, provocando 10 milioni di decessi. Negli ultimi anni, la questione si è manifestata in maniera preoccupante, soprattutto per la diffusione di ceppi resistenti negli ospedali. Gli strumenti per far fronte a questa emergenza sono limitati: le infezioni spesso sono gravi e nei pazienti affetti più fragili possono essere letali. L’arrivo di nuovi antibiotici può sopperire parzialmente all’aumento della resistenza batterica, ma è prioritario far sì che l’Italia si doti di strategie a lungo termine che possano contenere il fenomeno.

I dati presentati al Convegno, tratti da diversi studi nazionali e internazionali, hanno messo in luce diverse lacune da parte dell’Italia nell’affrontare l’antibiotico-resistenza con l’approccio necessario. Lo stesso Piano Nazionale Contro l’Antibiotico-Resistenza è stato disatteso. “A livello globale, l’Italia ha caratteristiche analoghe a Paesi senza risorse economiche – ha sottolineato la Prof.ssa Evelina Tacconelli, Professore Ordinario di Malattie Infettive all’Università di Verona – Il documento ‘The State of the world’s antibiotics in 2021’ prodotto dalla CDDEP - Center for Disease Dynamics, Economics & Policy evidenzia come l’Italia sia collocata nella classifica che misura un indice di resistenza agli antibiotici nell’ultima posiziona tra gli high income country (peggio solo Spagna) e allo stesso livello di numerosi low-income country come Bosnia, Turchia, Sud Africa, Serbia e India”.

L’Italia è anche il Paese europeo dove è più facile ammalarsi di un’infezione resistente agli antibiotici e dove c’è il numero più elevato di decessi. Dati preoccupanti, che peraltro non tengono conto della elevata mortalità che si verifica anche subito dopo la dimissione del paziente dall’ospedale.  “Ho coordinato per l’OMS la produzione della lista dei batteri più aggressivi (pubblicata per la prima volta nel 2018 ed attualmente in fase di rivalutazione, sempre sotto la nostra coordinazione, con uscita attesa a gennaio 2023) – evidenzia la Prof.ssa Evelina Tacconelli – I batteri da noi identificati come “critici” sono responsabili in Italia di 11mila morti in un anno su 33mila totali in Europa. L’Italia è la nazione con la più alta mortalità, seguita dalla Grecia. I Paesi del Nord Europa presentano una mortalità molto limitata rispetto all’Italia (dati ECDC del gruppo di Cassini, pubblicati nel 2019). Per esempio, confrontando l’indice di resistenza della Germania con l’Italia per i batteri OMS critici che noi abbiamo identificato, si osserva un valore di 60 in Italia e 22 in Germania (più il valore è alto più il rischio è aumentato su 100)”.

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