A partire dal 13 maggio 2011, anche i pazienti italiani potranno usufruire, a carico del Servizio Sanitario Nazionale, di acamprosato (Campral) un farmaco già prescritto in 40 Paesi con un uso clinico consolidato da più di 20 anni. 

Registrato in Italia nel 1999 ed entrato in commercio a giugno 2010, acamprosato è un neuromodulatore specifico indicato nel mantenimento dell’astinenza nel paziente alcoldipendente.  Riducendo il craving – ossia il desiderio incoercibile di bere – il farmaco diminuisce l’incidenza, la severità e la frequenza delle ricadute. A partire dal 13 maggio 2011, il farmaco è stato inserito in classe A, e quindi è rimborsato dal Servizio Sanitario Nazionale.

L’acamprosato (acetilomotaurinato di calcio) ha una struttura simile a quella degli aminoacidi neurotrasmettitori quali la taurina o l’acido gamma-amino butirrico (GABA). Comporta un’acetilazione che permette il passaggio attraverso la barriera ematoencefalica. È stato dimostrato che l’acamprosato stimola la neuromediazione inibitrice GABAergica e antagonizza l’azione degli aminoacidi eccitatori, in particolare quella del glutammato.

L’alcolismo è una malattia cronica recidivante che solo nel nostro Paese riguarda circa 1 milione e mezzo di persone.  L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) stima che, nel mondo, l’alcol provochi complessivamente 2 milioni e mezzo di morti ogni anno, il 4% di tutti i decessi. In Italia sono almeno 30mila l’anno i decessi per cause alcol-correlate e l’alcol rappresenta la prima causa di morte tra i giovani fino all’età di 24 anni. Nel nostro Paese le spese totali e sociali dovute all’abuso di alcol (mortalità e morbilità, perdita di produttività, assenteismo, disoccupazione, costi sanitari, etc.) rappresentano mediamente il 3,5% del Prodotto Interno Lordo, pari ad un valore di circa 53 miliardi di euro l’anno se rapportato al PIL 2010. In Europa i costi sono stati stimati in circa 400 miliardi di euro l’anno.

Il consumo di alcol non solo produce danni al bevitore stesso, ma anche alla famiglia e al contesto sociale allargato in cui vive. L’alcol può indurre comportamenti violenti (1 omicidio su 4 e 1 suicidio su 6 è alcol-correlato), abusi, abbandoni, perdite di opportunità sociali, incapacità di costruire legami affettivi e relazioni stabili, invalidità, incidenti sul lavoro e sulla strada. Secondo quanto reso noto dall’Istituto Superiore di Sanità, attualmente in Europa tra 5 e 9 milioni di bambini vivono in famiglie con problemi di alcol .

Acamprosato, la cui somministrazione deve essere sempre associata a un supporto psicosociale o psicoterapeutico, non procura dipendenza, abuso o astinenza alla sua sospensione; non potenzia l’effetto dell’alcol se questo viene assunto nel corso del trattamento; non modifica lo stato psichico dell’individuo e può, infine, essere associato a farmaci spesso assunti dai pazienti alcolisti.

L’efficacia del trattamento è stata valutata e quantificata con numerosi studi clinici. Di particolare rilevanza uno studio clinico a lungo termine, controllato con placebo, in
cui 272 pazienti sono stati sottoposti a terapia con acamprosato per 48 settimane, e seguiti successivamente per altre 48 settimane in cui non assumevano il farmaco. In questo studio, l’astinenza continua durante le 48 settimane di trattamento era pari a 131 (mediana) giorni nel gruppo trattato con il farmaco, mentre era di soli 45 giorni (mediana) nel gruppo trattato con placebo, con il 44,8% di pazienti che non avevano mai avuto recidive nel gruppo trattato con acamprosato, rispetto al 25,3% nel gruppo trattato con placebo. Alla fine del periodo di follow-up senza trattamento, il 39,9% dei pazienti del gruppo trattato con Acamprosato che avevano completato lo studio non aveva avuto alcuna recidiva, contro il 17,3% del corrispondente gruppo di pazienti trattati con placebo.

“La terapia farmacologica - ha spiegato il dottor Alfio Lucchini, Psichiatra, Direttore Dipartimento Dipendenze ASL Milano 2, Presidente nazionale FeDerSerD - costituisce  un valido aiuto al sostegno psicoterapeutico, per ottenere un buon risultato nel trattamento di un paziente alcol dipendente. Acamprosato si propone dunque come valido strumento complementare alla psicoterapia in quanto non procura dipendenza, abuso o astinenza alla sua sospensione e non va in conflitto con altri farmaci, che spesso il paziente deve assumere per curare altre patologie correlate. In Italia la maggior parte di coloro che hanno bisogno di un trattamento di cura appropriato non lo riceve”.

Secondo i dati della Relazione del Ministero della Salute del 2010, ad oggi sono poco più di 69.000 i pazienti alcol dipendenti che afferiscono ai 459 Servizi di Alcologia dislocati sul territorio italiano. Di questi solo circa 18.000 ricevono un programma di cura di tipo integrato, cioè un programma in grado di associare l’intervento psicosociale con quello farmacologico. “Le ragioni di questo limite sono riconducibilli a tre problematiche principali – spiega il dr. Lucchini -: la necessità dell’implementazione dell’offerta terapeutica da parte dei Servizi di Alcologia; la scarsità delle opzioni farmacologiche che la scienza mette a disposizione del medico; la difficoltà da parte dei medici specialisti della prescrizione delle classi di farmaci più efficaci, anche per l’esistenza di alcune limitazioni prescrittive.”

Meccanismo d'azione di acamprosato
L’acamprosato  è un neuromodulatore specifico per il trattamento della dipendenza da alcol. Come antagonista parziale del glutammato, l’acamprosato determina il ripristino dell’equilibrio trasmettitoriale glutammatergico compromesso a seguito dell’abuso cronico di sostanze alcoliche. (Mason B, 2010)

Il glutammato – prodotto dai recettori NMDA e mGluR5 - è il principale neurotrasmettitore eccitatorio nel sistema nervoso centrale. Questo aminoacido assicura una rapida trasmissione sinaptica eccitatoria. Insieme al sistema complementare inibitorio che usa l'acido γ-amminobutirrico (GABA) come neurotrasmettitore, il glutammato è uno dei principali fattori responsabili dell’eccitabilità cerebrale (De Witte, et al., 2005).

Grazie al suo meccanismo d’azione, l’acamprosato ripristina l’equilibrio tra i neurotrasmettitori eccitatori ed inibitori, attenuando le reazioni condizionate ed i processi associati a stimoli relativi all’assunzione di alcool (craving) (Cole, et al., 2000; Littleton, 1995), prevenendo così le ricadute.

Antagonizzando l’azione degli aminoacidi eccitatori, in particolare quella del glutammato, l’acamprosato ha un potenziale impatto sulla sopravvivenza neuronale  all’esposizione cronica ad etanolo e alla sua sospensione (De Witte, 2005).