I pazienti affetti da mieloma multiplo recidivato refrattario hanno oggi una speranza in più: è del 3 luglio la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale della rimborsabilità di daratumumab, primo di una nuova classe di anticorpi monoclonali che per la prima volta, grazie ad un meccanismo d'azione completamente nuovo, può sia stimolare il sistema immunitario sia attaccare direttamente le cellule tumorali del mieloma multiplo.
Mieloma multiplo, disponibile anche in Italia daratumumab, killer seriale delle cellule tumorali
I pazienti affetti da mieloma multiplo recidivato refrattario hanno oggi una speranza in più: è del 3 luglio la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale della rimborsabilità di daratumumab, primo di una nuova classe di anticorpi monoclonali che per la prima volta, grazie ad un meccanismo d’azione completamente nuovo, può sia stimolare il sistema immunitario sia attaccare direttamente le cellule tumorali del mieloma multiplo.
È, inoltre, anche il primo e unico anticorpo monoclonale per il mieloma ad aver dimostrato di essere efficace anche in monoterapia. Il farmaco Janssen, infatti, consente ai pazienti affetti da questa patologia, diventati resistenti a tutte le classi di farmaci disponibili sino a questo momento, di prolungare la sopravvivenza di 3 o 4 volte.
Daratumumab, detto anche il killer “seriale” delle cellule tumorali, è in grado di “selezionare” le cellule tumorali da colpire. Il farmaco può essere utilizzato secondo l’indicazione d’uso approvata il 3 luglio in monoterapia in pazienti con malattia in recidiva e anche refrattaria. Daratumumab è il primo della classe di anticorpi monoclonali chiamati anti CD-38, in grado di unire all’attività immunitaria un’azione diretta che porta a morte le cellule tumorali. Un vero e proprio “serial killer” per le cellule malate.
Daratumumab è un anticorpo monoclonale interamente umano diretto contro la molecola CD-38 espressa sulla superficie delle cellule di mieloma e in altre forme tumorali come il linfoma a grandi cellule B, la leucemia linfatica cronica, la leucemia linfoblastica acuta, la leucemia mieloide acuta, il linfoma follicolare e quello mantellare.
Le cellule del mieloma multiplo (MM) esprimono in superficie il CD38 in modo uniforme. Il CD38 è poco espresso dalle restanti cellule linfoidi e mieloidi e dai tessuti di origine non emopoietica e questo lo rende un potenziale target per il trattamento del mieloma. Si ritiene che daratumumab induca la morte delle cellule tumorali attraverso molteplici meccanismi di azione immuno-mediati, oltre alla apoptosi.
Gli studi registrativi
La domanda di registrazione per questa indicazione si basa sui risultati dello studio di fase II SIRIUS presentato nel 2015 in occasione del Congresso annuale dell’ASCO e sui dati di altri quattro studi che hanno incluso il trial di fase I/II GEN501 pubblicato sul NEJM.
Commentando lo studio SIRIUS condotto in 106 pazienti, l'investigatore principale ha affermato che le risposte osservate con daratumumab erano "senza precedenti". "Ciò che colpisce di questo studio è che daratumumab, dato come agente singolo, ha prodotto risposte nel 29% dei pazienti arruolati nello studio, anche se il 95% di coloro che hanno partecipato avevano una malattia resistente sia all’inibitore del proteasoma e lenalidomide o pomalidomide", ha dichiarato Peter Voorhees, MD, professore associato presso la Divisione di Ematologia e Oncologia presso la University of North Carolina School of Medicine, a Chapel Hill.
Gli eventi avversi osservati negli studi sono reazioni correlate all'infusione, stanchezza, nausea, mal di schiena, febbre e tosse. L'uso di daratumumab può anche provocare linfopenia, neutropenia, leucopenia, anemia e trombocitopenia. Il farmaco non deve essere usato durante la gravidanza, e le donne che desiderano una gravidanza dovrebbe usare un metodo contraccettivo efficace per 3 mesi dopo la sospensione del farmaco.