Alte dosi di vitamina D riducono l'attivitā della sclerosi multipla #ECTRIMS25
Un’elevata supplementazione di vitamina D può ridurre in maniera significativa il rischio di nuova attività di malattia nelle persone con sindrome clinicamente isolata (CIS), ossia il primo episodio di sintomi compatibili con la sclerosi multipla (SM).
Lo dimostrano i risultati del trial di fase 3 D-Lay-MS (NCT01817166), presentati al 41° Congresso ECTRIMS (European Committee for Treatment and Research in Multiple Sclerosis) da Manon Rival, neurologa del Centre Hospitalier Universitaire di Nîmes (Francia).
“I nostri dati suggeriscono che la vitamina D, a dosaggi elevati, può rappresentare una terapia di supporto, potenzialmente utile anche nei pazienti che non tollerano i trattamenti di prima linea”, ha spiegato Rival durante la presentazione.
Lo studio: 100.000 UI ogni due settimane
La vitamina D, nota per il suo ruolo cruciale nella regolazione del sistema immunitario, è da tempo sotto osservazione come fattore di rischio e potenziale modulatore dell’andamento della SM. Tuttavia, l’effettiva efficacia della supplementazione nel ridurre l’attività di malattia non era stata ancora chiarita.
Per rispondere a questo quesito, lo studio D-Lay-MS ha arruolato 303 adulti che avevano sperimentato un primo episodio di sintomi suggestivi di SM nei tre mesi precedenti, senza essere in trattamento con farmaci modificanti la malattia. I partecipanti sono stati randomizzati a ricevere placebo o colecalciferolo (vitamina D3) ad alto dosaggio: 100.000 unità internazionali ogni due settimane.
I risultati: ritardo dell’attività e riduzione del rischio
L’analisi ha mostrato che il trattamento con vitamina D ha raddoppiato il tempo medio alla comparsa di nuova attività di malattia (432 giorni contro 224 del placebo), con una riduzione complessiva del rischio del 34%.
Questo beneficio è stato soprattutto trainato dal ritardo nella comparsa di nuove lesioni alla risonanza magnetica, mentre il tasso di recidive cliniche non differiva in modo significativo tra i due gruppi.
Dopo tre mesi di trattamento, i livelli plasmatici di vitamina D nel gruppo attivo sono aumentati in media di 94 nmol/L, a fronte di valori stabili nel gruppo placebo.
Nessuna necessità di personalizzare la dose
Uno degli aspetti più interessanti emersi dall’analisi riguarda l’influenza minima di fattori individuali come peso corporeo e indice di massa corporea (BMI) sulla variazione dei livelli di vitamina D.
In pratica, pur osservandosi un lieve effetto attenuante nei soggetti con BMI più elevato, l’efficacia globale non risultava compromessa. Ciò indica che non è necessario adattare la dose di vitamina D al singolo paziente, semplificando notevolmente un’eventuale applicazione clinica.
Prospettive future: verso linee guida condivise
Secondo Rival, serviranno ulteriori studi per consolidare queste evidenze e definire con precisione le dosi ottimali e i sottogruppi di pazienti che potrebbero beneficiare di più. La specialista ha anticipato la nascita di un consorzio europeo per sviluppare linee guida di consenso sull’uso della vitamina D nella SM.
“Il profilo di sicurezza della supplementazione ad alto dosaggio è risultato eccellente – ha aggiunto Rival – ma servono raccomandazioni condivise per garantire un uso appropriato e standardizzato.”
Commento ai dati
Questo trial clinico randomizzato ha dimostrato che la monoterapia con colecalciferolo ad alto dosaggio, iniziata entro 90 giorni dalla diagnosi di sindrome clinicamente isolata (CIS), riduce significativamente l’attività di malattia rispetto al placebo.
I risultati confermano dati preliminari su pazienti con neurite ottica non trattata e mostrano efficacia della vitamina D in tutti i fenotipi di CIS, non solo in quelli con interessamento ottico.
Il beneficio osservato contrasta con lo studio PrevANZ, che non aveva rilevato un effetto protettivo: la discrepanza potrebbe dipendere da limiti metodologici (campione ridotto, drop-out elevato, durata breve, diversi regimi di somministrazione). In particolare, la somministrazione pulsata ad alte dosi del D-Lay-MS potrebbe avere effetti immunologici differenti rispetto alla somministrazione orale quotidiana.
Il rischio di attività di malattia nel D-Lay-MS (HR 0,66) è risultato paragonabile a quello ottenuto con teriflunomide nel trial TOPIC e vicino a quello osservato con interferoni beta-1a e beta-1b (REFLEX, BENEFIT). Le curve di Kaplan-Meier suggeriscono un effetto precoce della vitamina D, mantenuto fino a 24 mesi.
Un aspetto rilevante è che i pazienti con grave deficit di vitamina D (<30 nmol/L) hanno tratto il maggior beneficio. Questo dato, in linea con report recenti, rafforza l’ipotesi di un ruolo terapeutico della vitamina D soprattutto nei soggetti carenti.
Lo studio indica inoltre che la supplementazione potrebbe essere utile anche nei pazienti con SM recidivante-remittente (RRMS) precoce, sebbene sia necessaria prudenza nei soggetti a rischio di ipercalcemia (es. sarcoidosi, tubercolosi).
Dal punto di vista clinico, la vitamina D non ha mostrato impatto sulla progressione della disabilità (EDSS) né sulle ricadute, probabilmente per il basso tasso di recidive grazie al monitoraggio stretto con risonanza magnetica e alla possibilità di passaggio precoce a farmaci modificanti la malattia. Tuttavia, la riduzione significativa dell’attività radiologica rafforza la sua rilevanza come marker di efficacia.
Infine, dati preliminari da studi di combinazione (CHOLINE, SOLAR) suggeriscono un potenziale beneficio della vitamina D come add-on therapy con interferone beta-1°.
La vitamina D è da tempo al centro della ricerca sulla SM: bassi livelli sierici sono associati a un rischio maggiore di sviluppare la malattia e a un decorso più aggressivo. I nuovi dati del D-Lay-MS rafforzano l’ipotesi di un ruolo terapeutico, seppure complementare, in una patologia che resta tra le più complesse da trattare.
Bibliografia
Thouvenot E, Laplaud D, Lebrun-Frenay C, et al. High-Dose Vitamin D in Clinically Isolated Syndrome Typical of Multiple Sclerosis: The D-Lay MS Randomized Clinical Trial. JAMA. 2025 Apr 22;333(16):1413-1422. doi:10.1001/jama.2025.1604 leggi
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