L’antipsicotico cariprazina dimostra di essere in grado di ottenere un effetto che nessun altro farmaco della stessa categoria era stato in grado di conseguire, ovvero migliorare i sintomi negativi comuni nei pazienti con psicosi e schizofrenia. È quanto emerge da uno studio apparso online su “Lancet” e da un’analisi post hoc presentata a Miami durante l’American Society of Clinical Psychopharmacology (ASCP) 2017 Annual Meeting.
«I sintomi negativi nella psicosi o nella schizofrenia sono stati un obiettivo clinico molto importante negli ultimi anni e attualmente non esiste alcun farmaco efficace per trattare questi sintomi» ha premesso l’autore principale dell’analisi, Nina R. Schooler, del SUNY Downstate Medical Center di New York.
«I dati di questo studio sono abbastanza convincenti e se fossero confermati e i risultati si traducessero in un trattamento di successo, ciò sarebbe notevolmente importante» ha aggiunto.
L’importante obiettivo del trattamento
I sintomi negativi comuni alla schizofrenia e alla psicosi includono l'apatia, la mancanza di emozioni e lo scarso funzionamento sociale. La mancanza di un trattamento efficace rappresenta un problema significativo rispetto alla qualità della vita per i pazienti i cui altri sintomi della psicosi sono di solito gestiti dai farmaci.
«Così mentre i farmaci antipsicotici possono aiutare a trattare i principali segni diagnostici della schizofrenia e delle malattie correlate, come i deliri, le allucinazioni e il pensiero disorganizzato, ciò che spesso rimane è essenzialmente un'assenza di esperienze che essi dovrebbero avere - relazioni sociali, piacere, capacità di esprimere emozioni - e ripristinarle è un importante obiettivo nel trattamento della schizofrenia» ha specificato.
La cariprazina, un agonista parziale del recettore dopaminergico D3/D2, approvato dalla US Food and Drug Administration (FDA) per il trattamento della schizofrenia negli adulti e per il trattamento di episodi misti/maniacali nei pazienti con disturbo bipolare. In precedenza ha dimostrato di migliorare sia i sintomi positivi che quelli negativi.
Tuttavia, gli studi precedenti hanno lasciato senza risposta la questione se i miglioramenti derivassero dal farmaco stesso o fossero emersi a causa di miglioramenti in altre aree, come nei sintomi positivi.
Lo studio pubblicato su “Lancet”
In uno studio di fase 3b pubblicato online su Lancet (1), sono stati riportati i risultati di un trial multicentrico in doppio cieco che ha coinvolto 460 pazienti in 66 centri di studio in Europa in cui la cariprazina è stata confrontata con risperidone in monoterapia specificamente per il trattamento dei sintomi negativi predominanti nella schizofrenia.
Lo studio ha coinvolto pazienti di età compresa tra 18 e 65 anni che avevano sperimentato l'inizio della schizofrenia almeno 2 anni prima dello screening. Le condizioni dei pazienti erano rimaste stabili per almeno i 6 mesi precedenti e avevano avuto sintomi prevalentemente negativi per almeno 6 mesi.
I partecipanti sono stati randomizzati a gruppi di 230 pazienti per trattamento con cariprazina a una dose di 3 mg, 4,5 mg (dose target) o 6 mg/die oppure risperidone a una dose di 3 mg, 4 mg (dose target) o 6 mg/die.
I risultati hanno mostrato un maggiore miglioramento dei sintomi negativi nel gruppo cariprazina, con un cambiamento medio dei minimi quadrati (LS) nei punteggi sulla Positive and Negative Syndrome Scale factor (PANSS-FSNS) per i punteggi negativi dalla linea di base a 26 settimane di -8,90 punti rispetto a -7,44 punti nel gruppo risperidone. Il maggiore cambiamento rispetto alla baseline che è stato visto nel gruppo cariprazina è iniziato alla settimana 14.
Potenziale influsso sulla pratica clinica
I pazienti che hanno ricevuto cariprazina hanno inoltre mostrato una maggiore risposta nel parametro secondario di efficacia della variazione media LS dalla baseline all'endpoint a 26 settimane nel punteggio totale PSP (Personal and Social Performance Scale), con un cambiamento di 14,30 punti vs 9,66 con risperidone.
Più pazienti del gruppo cariprazina hanno avuto una risposta al trattamento, definito come una diminuzione dei punteggi PANSS-FSNS di almeno il 20% entro 26 settimane rispetto al gruppo risperidone (odds ratio: 2,08; P = 0,002), con un number needed to treat pari a nove. Ulteriori miglioramenti nel gruppo di cariprazina sono stati osservati anche nei parametri delle scale Clinical Global Impression-Improvement (CGI-I) e CGI-Severity.
Non sono state riscontrate differenze significative tra i gruppi in termini di eventi avversi emergenti dal trattamento, come insonnia, acatisia, peggioramento della schizofrenia, mal di testa e ansia, che sono stati riportati nel 54% dei pazienti del gruppo cariprazina e nel 57% del gruppo risperidone.
«Dato la mancanza di trattamenti ampiamente approvati e clinicamente significativi, nonché il notevole bisogno medico non soddisfatto in questa vulnerabile popolazione di pazienti, la cariprazina ha le potenzialità di cambiare la pratica clinica fornendo un'opzione di trattamento per i pazienti con sintomi negativi predominanti di schizofrenia» scrivono gli autori dello studio.
«Il trattamento con la monoterapia di cariprazina non solo ha migliorato i sintomi negativi predominanti in pazienti con schizofrenia, ma l'effetto è stato anche clinicamente significativo, come dimostra il miglioramento del funzionamento del paziente» proseguono.
Un’analisi post hoc separata (2), descritta in un poster presentato alla riunione ASCP, ha coinvolto in un'analisi aggregata 317 pazienti tra i 1.315 che avevano soddisfatto i criteri per sintomi negativi. In questa analisi è stato osservato un maggiore miglioramento con cariprazina in entrambe le dosi rispetto al placebo (da 1,5 a 3 mg/die, P = 0,01; da 4,5 a 6 mg/die, P = 0,0002).
Sono stati osservati miglioramenti anche con risperidone (P =0 ,01) mentre non è stata osservata alcuna differenza in un gruppo aripiprazolo.
Meccanismo d’azione non definito
Schooler non ha potuto commentare i meccanismi con cui cariprazina tratta i sintomi negativi, ma ha osservato che esistono numerose teorie sul perché nessun altro antipsicotico agisca su tali sintomi.
«Un aspetto è che vi è un'interazione con la dopamina e gli effetti dei farmaci possono causare un certo tipo di smorzamento delle esperienze emotive. Se così fosse, non solo non tratterebbero i sintomi negativi, ma potrebbero avere un certo ruolo nell’aumentare la loro prevalenza» ha affermato.
«Se ciò è speculativo» ha aggiunto «i dati sono abbondantemente chiari sul fatto che i pazienti trattati con antipsicotici continuano a mostrare sintomi negativi e rimangono domande aperte sul fatto che ciò sia un meccanismo della malattia stessa o in parte un effetto involuto dei farmaci usati per trattare i sintomi positivi della psicosi».
A.Z.
Bibliografia:
1) Németh G, Laszlovsky I, Czobor p, et al. Cariprazine versus risperidone monotherapy for treatment of predominant negative symptoms in patients with schizophrenia: a randomised, double-blind, controlled trial. Lancet, 2017;389(10074):1103-13.
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2) American Society of Clinical Psychopharmacology (ASCP) 2017 Annual Meeting.
Neurologia e Psichiatria
Cariprazina, antipsicotico efficace in fase 3b nel migliorare i sintomi negativi della schizofrenia
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