Neanche la supplementazione di antiossidanti previene la demenza. È quanto riferito in uno studio pubblicato su JAMA Neurology in cui gli autori sostengono si tratti del primo studio che valuta a lungo termine l'associazione tra l’utilizzo del supplemento di antiossidante e l’incidenza della demenza tra gli uomini asintomatici.
L’impatto sociale che ha questa malattia è notevole a causa dell’ampia e crescente diffusione, della mancanza di una terapia valida e dell’onere da sostenere.
Molti sono gli studi di prevenzione secondaria che promuovono i cambiamenti dello stile di vita per affrontare i fattori di rischio modificabili per l'Alzheimer.
Gli endpoint primari di questi studi sono i soliti e includono il declino cognitivo o i biomarker composti e le misure cognitive; invece il gold standard della prevenzione è l’incidenza della malattia, che pochissimi studi hanno come obiettivo primario in quanto richiede del tempo per osservare la riduzione di tale incidenza.
Stress ossidativo e demenza
Sono stati descritti meccanismi multipli associati all’insorgenza e alla progressione della malattia e un meccanismo chiave implicato nell’Alzheimer è lo stress ossidativo, che può essere modificabile attraverso la dieta e/o la supplementazione di antiossidanti.
L’utilizzo di questi agenti, che prevengono o rallentano l’ossidazione, come potenziale trattamento per il deficit cognitivo o la demenza è stato di interesse per molti anni. L’attenzione è stata principalmente rivolta alla vitamina E che però ha dato risultati discordanti in quanto in alcuni casi ha rallentato la progressione della malattia mentre in altri, soprattutto quando è stata utilizzata in associazione ad altri antiossidanti, non è riuscita a migliorare le condizioni dei pazienti.
Dubbi sono anche gli effetti che il selenio ha nell’arrestare la progressione dell’Alzheimer.
“Precedenti ricerche hanno collegato gli antiossidanti con la prevenzione del danno cellulare che può verificarsi con l'invecchiamento, così come nel cancro e in altre malattie. Gli antiossidanti potrebbero realizzare ciò arrestando o rallentando lo stress ossidativo, che è stato collegato anche alla progressione della demenza” ha spiegato il dottor Frederick Schmitt della University of Kentucky in Lexington, autore senior dello studio, aggiungendo "Gli antiossidanti, attraverso l’alimentazione o la supplementazione, riducono lo stress ossidativo in tutto il corpo, per questo dovrebbero essere oggetto di numerosi studi ma la ricerca in merito è molto limitata”.
Gli autori fanno sapere che ad oggi non si conoscono gli effetti che la supplementazione di antiossidanti a lungo termine ha sulla prevenzione della demenza in soggetti asintomatici.
Lo studio
Il trial sulla prevenzione primaria dell’Alzheimer utilizzando Vitamina E e selenio (PREADViSE) è iniziato come uno studio clinico randomizzato in doppio cieco a partire dal 2002 e si è poi trasformato in uno studio di coorte, da settembre 2009 a maggio 2015. Il trial PREADViSE era partito come SELECT, studio clinico randomizzato per valutare l’efficacia degli stessi antiossidanti nella prevenzione del cancro.
Il trial PREADViSE ha incluso 7.540 uomini, di cui 3.786 hanno continuato nello studio di coorte. I partecipanti avevano almeno 60 anni al momento dell’arruolamento e sono stati randomizzati a ricevere Vitamina E, selenio, vitamina E + selenio o placebo.
Durante lo studio gli uomini sono stati contattati telefonicamente per una valutazione sulla demenza e venivano incoraggiati a visitare i loro medici nel caso in cui ci fossero sintomi di un deterioramento cognitivo.
Circa la metà degli uomini sono stati seguiti per cinque anni e mezzo e l’altra metà per sei anni.
L’età media al basale era di 67,5 anni nei 7.540 partecipanti allo studio.
Durante lo studio, 325 uomini hanno sviluppato demenza (circa il 4,4%) e l’incidenza non era differente nei 4 gruppi riceventi le diverse supplementazioni.
Dopo aggiustamento per informazioni demografiche e morbilità auto-riferita al basale, l’ hazard ratio era di 0,88 (95% Ic: 0,64-1,20) per il gruppo supplementato con vitamina E, 0,83 (0,60-1,13) per il gruppo supplementato con selenio e di 1 (0.75- 1.35) nel gruppo supplementato con la combinazione dei due antiossidanti rispetto al placebo.
Un limite dello studio è che molti partecipanti hanno abbandonato presto.
“Sulla base dei risultati ottenuti reputiamo che le persone che non presentano demenza non dovrebbero prendere supplementi di antiossidanti solo per evitare il declino cognitivo” hanno concluso i ricercatori, aggiungendo “È possibile che i partecipanti allo studio avessero già ottenuto abbastanza antiossidanti dalla loro alimentazione e per questo l’integrazione non avrebbe contribuito a dare benefici”.
“La dieta mediterranea ricca di frutta, verdura, legumi, grano integrale, pesce e grassi sani aiuta a scongiurare la demenza, anche se gli integratori non lo fanno, e l'esercizio fisico contribuisce a prevenire il declino cognitivo” ha affermato il dottor Schmitt.
Kryscio R. J. Et al. Association of Antioxidant Supplement Use and Dementia in the Prevention of Alzheimer's Disease by Vitamin E and Selenium Trial (PREADViSE). JAMA Neurol. 2017 Mar 20. doi: 10.1001/jamaneurol.2016.5778. [Epub ahead of print]
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Neurologia e Psichiatria
Declino cognitivo, svaniscono le speranze poste sugli antiossidanti
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