Neurologia e Psichiatria

Dimetilfumarato, alla barriera ematoencefalica doppio blocco per le cellule T

Uno studio - pubblicato online sul "Multiple Sclerosis Journal" - ha studiato gli effetti del dimetilfumarato (DMF), farmaco prescritto contro la sclerosi multipla recidivante-remittente (RRSM), e del monometilfumarato (MMF), suo metabolita in vivo, a livello della barriera ematoencefalica (BBB) infiammata.

Uno studio – pubblicato online sul “Multiple Sclerosis Journal” – ha studiato gli effetti del dimetilfumarato (DMF), farmaco prescritto contro la sclerosi multipla recidivante-remittente (RRSM), e del monometilfumarato (MMF), suo metabolita in vivo, a livello della barriera ematoencefalica (BBB) infiammata.

È stato così messo a fuoco un duplice, complesso meccanismo d’azione che agisce sia sul versante endoteliale sia sul versante linfocitario riducendo la trasmigrazione delle cellule T attraverso la BBB.

Quanto era noto finora
«Il meccanismo di azione del DMF non è stato completamente compreso, ma i primi risultati indicano che il recettore accoppiato a proteine g (GPCR)/recettore 2 dell’acido idrossicarbossilico (HCA2) nei neutrofili contribuisca all’effetto terapeutico» spiegano gli autori, coordinati da Nicholas Schwab, del dipartimento di Neurologia dell’Università di Münster (Germania).

«Precedenti studi sul fumarato e nel campo della dermatologia avevano suggerito che la modulazione delle molecole di adesione poteva essere coinvolta nel meccanismo di azione» proseguono. «In ogni caso è tuttora materia di dibattito se questi meccanismi possono essere mediati anche dall’MMF».

Il proposto segnale di trasduzione attraverso il fattore di trascrizione nucleare eritroide-2 (Nrf2) è stato collegato in altri studi con la modulazione della molecola 1 di adesione vascolare cellulare (VCAM–1), che potrebbe essere coerente con l’ipotesi dell’adesione, continuano Schwab e colleghi.

«Finora sono stati più di 150.000 i pazienti con RRSM che hanno ricevuto DMF e sfortunatamente ci sono stati 4 casi di leucoencefalopatia multifocale progressiva (PML)» ricordano gli autori. «Molti di questi casi sono stati attribuiti a una bassa conta linfocitaria, che è un comune effetto collaterale del DMF, ma alcuni casi si sono sviluppati senza una grave linfocitopenia» rilevano.

«Inoltre la PML potrebbe anche essersi sviluppata per una ridotta infiltrazione nel sistema nervoso centrale e di conseguenza per una ridotta sorveglianza immunitaria» aggiungono.

Centrale l’aspetto dell’adesione all’endotelio vascolare cerebrale
«Il nostro studio è stato disegnato per analizzare l’influenza del trattamento con DMF/MMF sull’adesione di cellule T primarie a cellule primarie endoteliali microvascolari derivate da cervello umano (HBMEC)» spiegano gli autori.

Più precisamente gli effetti degli esteri dell'acido fumarico sono stati analizzati utilizzando le HBMEC in combinazione con cellule mononucleate del sangue periferico (PBMC) derivate da pazienti affetti da RRSMS trattati con DMF.

Ricapitoliamo quanto hanno osservato i ricercatori e la loro interpretazione dei fatti, piuttosto complessi. Il legame dell’MMF alle cellule dell'endotelio cerebrale porta all'attivazione della downregulation – indotta dall’Nrf2 - della VCAM-1. Ciò potrebbe essere mediato dal recettore GPCR/HCA2, un noto bersaglio molecolare di MMF, in quanto è possibile dimostrare la sua espressione e la sua regolazione sulle HBMEC.

Il trattamento con DMF in vivo ha portato a un'espressione fortemente ridotta dell'antigene 4 di attivazione molto tardivo (VLA-4) del legante VCAM-1, riducendo selettivamente le cellule T di memoria ad alta espressione di integrina nei pazienti con RRMS, potenzialmente dovuta all'inibizione della loro maturazione mediante trans-localizzazione ridotta di NFKB (fattore di trascrizione decisivo nella regolazione immunitaria).

Il take-home message
«La downregulation di VCAM-1 mediata dal DMF sul lato endoteliale e la riduzione delle cellule T con un fenotipo migratorio sul lato linfocitario comportano una riduzione sinergica della adesione delle cellule T all'endotelio attivato e, quindi, alla ridotta trasmigrazione attraverso la BBB nell’ambito della RRMS» affermano gli autori.

«In sintesi» concludono «il duplice meccanismo di ridotta adesione e, pertanto, diminuita trasmigrazione attraverso la BBB è probabilmente un importante meccanismo d’azione del trattamento con DMF nella RRSM e potrebbe anche spiegare i rari casi di PML in pazienti con e senza grave linfopenia».

Arturo Zenorini

Bibliografia:
Breuer J, Herich S, Schneider-Hohendorf T, et al. Dual action by fumaric acid esters synergistically reduces adhesion to human endothelium. Mult Scler, 2017 Oct 1. [Epub ahead of print]
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