Neurologia e Psichiatria

Disturbo depressivo maggiore nelle donne, robusta efficacia di trattamento con inibitore della sirtuina 6 

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Arrivo BioVentures, una società biofarmaceutica, ha annunciato i risultati preliminari di uno studio clinico randomizzato e controllato con placebo di fase 2 relativo a SP-624, un attivatore della sirtuina 6 di prima classe per il trattamento del disturbo depressivo maggiore.

Il target è una proteina legata all’invecchiamento
La sirtuina 6 ( o SIRT6) è una proteina già nota perché collegata all’invecchiamento, alla riparazione del DNA, al mantenimento dei telomeri nonché all’infiammazioni e alla glicolisi.

Secondo un comunicato stampa diffuso dalla società, i risultati dello studio non erano significativi sull'endpoint primario per tutti i partecipanti allo studio, ma hanno mostrato «una robusta efficacia» nelle donne dopo il periodo di trattamento di 4 settimane.

Le donne rappresentavano i due terzi della popolazione in studio, rappresentando 205 partecipanti su 319. Ai pazienti sono stati somministrati 20 mg di SP-624 o placebo al giorno per 4 settimane.

Variazioni dell’umore misurate con Montgomery-Asberg Depression Rating Scale
Dopo 4 settimane, la variazione rispetto al basale sulla Montgomery-Asberg Depression Rating Scale è stata maggiore in quanti assumevano SP-624 rispetto a chi aveva ricevuto un placebo, con una riduzione media di 3,9 punti. Inoltre, il 25% delle donne ha raggiunto la remissione dopo 4 settimane e il 38% delle donne ha raggiunto una risposta clinica.

«Sebbene siano necessari ulteriori studi, focalizzati sul nuovo meccanismo del farmaco, sulla sua efficacia precoce e in aumento osservata sia dai pazienti che dai ricercatori, insieme al profilo di eventi avversi benigni visto nello studio, SP-624 ha il potenziale per essere un nuovo importante trattamento per il disturbo depressivo maggiore» afferma Joel Raskin, consulente psichiatrico di Arrivo.

Positivo profilo di tollerabilità
Arrivo riferisce nel comunicato stampa che SP-624 è stato ben tollerato. Gli eventi avversi più comuni riportati sono stati cefalea e nausea. Nessuno dei partecipanti allo studio ha avuto bisogno di una riduzione della dose a causa di problemi di tollerabilità.

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