In pazienti affetti da epilessia a esordio parziale non controllata nonostante il trattamento con 1 o 2 farmaci antiepilettici (AED), la somministrazione aggiuntiva di eslicarbazepina acetato (ESL) al dosaggio di 1.200 mg una volta al giorno si è dimostrato più efficace del placebo.

Una dose giornaliera di ESL da 800 mg ha mostrato un effetto inferiore sulla frequenza standardizzata delle crisi (SSF) e non ha raggiunto la significatività statistica. Entrambe le dosi sono risultate ben tollerate. Sono le conclusioni di uno studio apparso online su Epilepsia.

«L’ESL è una nuova entità molecolare appartenente alla classe chimica delle dibenzazepine» ricordano gli autori, coordinati da Michael R. Sperling, della Thomas Jefferson University di Philadelphia (USA). «ESL, carbamazepina (CBZ) e oxcarbazepina (OXC) contengono tutte un nucleo dibenzazepinico con un sostituto 5-carbossammide inattivato». Si ritiene che ESL agisca stabilizzando lo stato inattivato dei canali del sodio voltaggio-dipendenti (VGSCs) e in effetti mostra una maggiore selettività per lo stato inattivato del canale rispetto allo stato di riposo (Ki [riposo]/Ki [inattivata]= 60) di quanto non facciano la CBZ (Ki[r]/Ki[i] = 19) e la OXC (Ki[r]/Ki[i] = 44).

«Si pensa che la maggiore selettività dell’ESL per lo stato inattivato dei VGSCs conferisca un maggiore effetto inibitorio sui neuroni a rapida scarica rispetto ai neuroni a riposo» riprendono gli autori. «Pregressi studi controllati con placebo e in doppio cieco hanno dimostrato che ESL (800 o 1.200 mg unum/die) è ben tollerata come terapia aggiuntiva ed è significativamente più efficace del placebo in pazienti con crisi epilettiche parziali refrattari al trattamento concomitante con altri AED, da 1 a 3».

Per valutare l'efficacia e la sicurezza di ESL in pazienti refrattari con crisi epilettiche parziali è stato condotto in 173 centri di 19 paesi, compresa l’Italia, questo studio di fase III, randomizzato, controllato con placebo, in doppio cieco, a gruppi paralleli. I pazienti eleggibili dovevano essere di età pari o superiore a 16 anni e avere crisi a esordio parziale non controllate nonostante il trattamento con 1 o 2 AED.

«Dopo un periodo basale di 8 settimane» spiegano gli autori «i pazienti sono stati randomizzati a un placebo once-daily (n = 226) oppure a ESL alla dose di 800 mg (n = 216) o 1.200 mg (n = 211). Dopo un periodo di titolazione di 2 settimane, i pazienti hanno ricevuto ESL 800 o 1200 mg una volta al giorno per 12 settimane. I dati riguardanti le crisi sono stati rilevati e documentati tramite diari degli eventi o diari quotidiani».

«La SSF durante il periodo di mantenimento (end point primario) è stata ridotta con ESL 1.200 mg (p = 0,004) e si è rilevata una tendenza al miglioramento con ESL 800 mg (p = 0,06) rispetto al placebo» affermano Sperling e collaboratori. «Quando i dati dei periodi di titolazione e di mantenimento sono stati combinati, sia ESL 800 mg (p = 0,001) che ESL 1.200 mg (p <0,001) hanno ridotto la SSF».

Non ci sono state interazioni statisticamente significative tra risposta al trattamento e regione geografica (p = 0,38) o il tipo di diario (p = 0,76). Il tasso dei responder (riduzione =/>50% in SSF) è stata significativamente maggiore con ESL 1.200 mg (42,6%; p <0,001) rispetto al placebo (23,1%), mentre con ESL 800 mg non si è raggiunta una superiorità – pur riscontrata - statisticamente significativa (30,5%; p = 0,07). «L’incidenza di eventi avversi dovuti al trattamento (TEAE) e i TEAE che hanno portato alla sospensione del trattamento sono aumentati con la dose di ESL» riportano gli sperimentatori, che precisano: «i TEAE più comuni erano costituiti da vertigini, sonnolenza, nausea, mal di testa e diplopia».

In linea con i risultati di studi riportati in precedenza, sottolineano Sperling e colleghi, «ESL ha dimostrato di essere efficace in pazienti che in precedenza aveva continuato ad avere crisi frequenti, nonostante il trattamento con AED compresi CBZ, levetiracetam, lamotrigina e acido valproico. Un’importante differenza metodologica tra questo trial e gli studi precedenti è stato il ricorso a diari per garantire che i dati sulle crisi fossero stati registrati in ogni giorno dello studio, indipendentemente dal fatto che si fossero verificati attacchi. «L’affidabilità della registrazione delle crisi è una questione fondamentale negli studi sull’epilessia» sottolineano gli autori.

Arturo Zenorini
Sperling MR, Abou-Khalil B, Harvey J, et al. Eslicarbazepine acetate as adjunctive therapy in patients with uncontrolled partial-onset seizures: Results of a phase III, double-blind, randomized, placebo-controlled trial. Epilepsia, 2014 Dec 22. [Epub ahead of print]
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