Un’aspirina al giorno può aiutare a prevenire il cancro. C’erano già diversi indizi in questo senso e ora tre studi appena pubblicati su The Lancet e The Lancet Oncology lo confermano, aggiungendo anche un dato nuovo: uno dei tre lavori indica, infatti, che il trattamento con l’aspirina potrebbe prevenire anche la diffusione del tumore, riducendo il rischio di metastasi a distanza.

Peter Rothwell, coautore di tutte e tre gli studi, ha dichiarato che i risultati rafforzano l’idea di impiegare l’aspirina per prevenire il cancro e aumentano le possibilità che il farmaco possa essere efficace come trattamento antitumorale aggiuntivo per evitare la diffusione a distanza della malattia.
Già diversi lavori hanno suggerito che l'assunzione quotidiana di aspirina permetta di ridurre il rischio a lungo termine di morire a causa di un tumore, ma gli effetti a breve termine del farmaco non sono ancora ben compresi.

Nel primo studio, i ricercatori (tra cui tre italiani) hanno esaminato i dati di 51 studi clinici randomizzati che hanno confrontato l’assunzione di un’aspirina al giorno rispetto alla non assunzione per la prevenzione degli eventi vascolari su un totale di 77.549 persone. L’analisi ha evidenziato che l’aspirina ha ridotto del 15% il rischio di mortalità legata al cancro, riduzione che è salita al 37% per coloro che hanno preso il farmaco per 5 anni o più. L'analisi di sei trial di prevenzione primaria ha mostrato inoltre che assumendo l’aspirina per più di 3 anni si ha una riduzione del 24% dell’incidenza del cancro. In più, il lavoro ha mostrato che, sebbene la riduzione del rischio di eventi vascolari maggiori in questi studi sia stato compensata inizialmente da un aumento del rischio di sanguinamenti maggiori, entrambi questi effetti sono diminuiti nel tempo.

Un secondo studio ha valutato l’effetto dell’aspirina sul rischio di metastasi a distanza analizzando i dati di cinque ampi studi randomizzati condotti nel Regno Unito che hanno confrontato l’impiego di un’aspirina al giorno rispetto a un controllo per la prevenzione degli eventi vascolari.

Si è visto così che dopo un follow-up medio di 6,5 anni, l'uso di aspirina ha ridotto il rischio di cancro con metastasi a distanza del 36%, il rischio di adenocarcinoma del 46% e il rischio di altri tumori solidi del 18%. La review ha mostrato inoltre che l'aspirina ha ridotto il rischio di adenocarcinoma già in metastasi al momento della diagnosi iniziale del 31% e ha ridotto il rischio di trovare metastasi nelle successive visite di controllo nei pazienti che inizialmente non ne avevano, soprattutto nel caso del cancro del colon-retto.

Secondo gli autori, questo lavoro fornisce la prima prova nell’uomo che l'aspirina può prevenire le metastasi a distanza. Inoltre, aggiungono i ricercatori, i risultati giustificano almeno in parte la riduzione della mortalità oncologica osservata di recente negli studi controllati sull’impiego dell’aspirina per la prevenzione degli eventi vascolari e suggeriscono che l'aspirina possa essere efficace anche nel trattamento di alcuni tipi di cancro.

Nel terzo studio, pubblicato su The Lancet Oncology, gli autori hanno effettuato un confronto sistematico delle evidenze fornite da studi osservazionali e da studi randomizzati pubblicati tra il 1950 e il 2011, valutando l'effetto del consumo regolare di aspirina sull’incidenza a lungo termine di cancro e di metastasi a distanza.
Gli studi osservazionali caso-controllo (17) hanno mostrato una riduzione del 38% del rischio al colon, un risultato in buon accordo con la riduzione del 42% del rischio di mortalità a 20 anni per questo tumore mostrata dagli studi controllati e randomizzati. Si sono anche osservate riduzioni analogamente consistenti del rischio di tumore all’esofago, allo stomaco, alle vie biliari e al seno, con un buon accordo tra studi osservazionali e randomizzati e con un effetto maggiore sui tumori gastrointestinali (riduzione del 38% negli studi osservazionali e del 46% in quelli randomizzati).

L’assunzione regolare di aspirina si è associata anche a una riduzione del 31% dei tumori con metastasi a distanza negli studi osservazionali, un risultato ancora una volta coerente con quello degli studi randomizzati.

Nell’insieme, gli autori concludono che gli studi osservazionali mostrano come l’uso regolare di aspirina riduca il rischio a lungo termine di diversi tumori e anche quello di metastasi a distanza, e come i risultati di quelli metodologicamente rigorosi siano in linea con quelli dei trial randomizzati.

"Nessun farmaco aveva dimostrato prima d’ora di poter prevenire le distanza a metastasi; perciò gli studi futuri dovrebbero concentrarsi su questo aspetto cruciale del trattamento" ha affermato Rothwell.

In un editoriale di commento, Andrew Chan e Nancy Cook, del Brigham and Women's Hospital di Boston, scrivono che questi studi fanno fare "un altro passo avanti verso l'ampliamento delle raccomandazioni d’uso dell’aspirina” e sottolineano che “le future linee guida evidence-based sulla profilassi con aspirina non potranno più fare a meno di possibile considerare l'uso del farmaco per la prevenzione di numerose patologie vascolari senza tener conto dell’effetto di prevenzione del cancro”.


Prof Peter M Rothwell FMedSci, et al.Short-term effects of daily aspirin on cancer incidence, mortality, and non-vascular death: analysis of the time course of risks and benefits in 51 randomised controlled trials The Lancet – 21 March 2012
leggi

Prof Peter M Rothwell FMedSci,Michelle Wilson MSc, et al Effect of daily aspirin on risk of cancer metastasis: a study of incident cancers during randomised controlled trials The Lancet – 21 March 2012
leggi


Annemijn M Algra BSc,Prof Peter M Rothwell FMedSci Effects of regular aspirin on long-term cancer incidence and metastasis: a systematic comparison of evidence from observational studies versus randomised trials The Lancet Oncology – 21 March 2012
leggi