Ampiamente utilizzata per il trattamento del diabete di tipo II, la metformina non sembra migliorare la sopravvivenza dei pazienti affetti da adenocarcinoma del dotto pancreatico.

A suggerirlo sono risultati di uno studio di coorte retrospettivo presentato al congresso annuale dell’American Association for Cancer Research, terminato di recente a Philadelphia.

Infatti, la sopravvivenza mediana dei pazienti che non assumevano metformina è risultata di 308 giorni contro 292 giorni nei pazienti che assumevano l’ipoglicemizzante prima che venisse loro diagnosticato il cancro, anche se la differenza tra i due gruppi non è risultata statisticamente significativa.

Studi epidemiologici precedenti hanno suggerito che la metformina sia in grado di ridurre il rischio di decesso dovuto al cancro. Tuttavia, i dati sul cancro al pancreas non sono univoci e gli studi retrospettivi sulla sopravvivenza al cancro potrebbero essere gravati da bias involontari, specie perché non sempre erano disponibili informazioni particolarmente dettagliate sull’uso della metformina.

Sono stati pubblicati diversi studi che suggeriscono un possibile ruolo della metformina come agente antitumorale. Tra questi, ci sono studi osservazionali su pazienti diabetici colpiti da un tumore al pancreas, che hanno evidenziato risultati migliori nei soggetti in trattamento con metformina.

"Si pensa che tale beneficio sia il riflesso dei molteplici meccanismi d’azione che la metformina ha in termini di riduzione della crescita delle cellule tumorali. Gli studi preclinici hanno evidenziato che il suo effetto principale è quello sul pathway dell’AMPK" ha commentato Jackson Autumn McRee, dello University of North Carolina (UNC) Lineberger Comprehensive Cancer Center di Chapel Hill (nel North Carolina), non coinvolto nello studio presentato al congresso.

La metformina, ha aggiunto l’esperto, facilita l'attivazione e la successiva inibizione del target a valle dell’AMPK, cioè mTOR; inoltre, il farmaco ha dimostrato di inibire la crescita delle cellule staminali tumorali e interferire con i microRNA coinvolti nell’apoptosi e nell’invasione cellulare.
Nello studio presentato a Philadelphia, Roongruedee Chaiteerakij, del Mayo Clinic Cancer Center di Rochester, e i colleghi hanno analizzato l'utilizzo di metformina e la sopravvivenza nei 1360 pazienti registrati nel database SPORE (Mayo Clinic Pancreatic Cancer Specialized Programs of Research Excellence).

Gli autori hanno suddiviso i pazienti in cinque gruppi: soggetti che non avevano mai preso metformina (908 pazienti), soggetti che avevano iniziato a prendere l’antidiabetico più di un anno prima della diagnosi di tumore (84 pazienti), soggetti che avevano iniziato la metformina non oltre un anno prima della diagnosi (212 pazienti), soggetti che avevano iniziato meno di 30 giorni dopo la diagnosi (104 pazienti) e soggetti che avevano iniziato più di 30 giorni dopo la diagnosi (34 pazienti).

L'età media del campione era di 67 anni e il 59% era rappresentato da uomini.
Il paziente che ha mostrato la sopravvivenza più lunga - 818 giorni -aveva iniziato il trattamento con metformina più di 30 giorni dopo la diagnosi di cancro al pancreas.

Tra 413 pazienti che avevano un tumore resecabile, i ricercatori hanno trovato una tendenza verso un miglioramento della sopravvivenza tra gli utilizzatori della metformina (782 giorni contro 612 giorni; P = 0,07).

“Questo studio mette in evidenza l'importanza di un disegno appropriato per gli studi retrospettivi, e la necessità di condurre studi prospettici con un solido razionale per determinare l'effetto dei farmaci antidiabetici sul rischio di cancro o di decesso" ha dichiarato Chaiteerakij in un comunicato stampa.

"Il razionale scientifico per inserire la metformina nello schema di trattamento per il cancro al pancreas è forte. I dati clinici disponibili sono per lo più sotto forma di revisioni retrospettive e metanalisi, molte delle quali hanno fornito dati contrastanti" ha detto McRee. L’esperto ha detto di ritenere  improbabile che la metformina possa essere un agente efficace come monoterapia, ma ha aggiunto che servono ulteriori studi prospettici sull’impiego di combinazioni di farmaci contenenti anche l’antidiabetico.

Attualmente, sono in corso uno studio in cui si sta valutando la combinazione del regime chemioterapico FOLFOX con metformina in pazienti con tumore al pancreas metastatico e un trial in cui si sta testando la combinazione di metformina con l’inibitore mTOR rapamicina.

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