L'aggiunta di oxaliplatino alla chemioterapia adiuvante a base di fluoropirimidine riduce in modo significativo il rischio di recidiva nei pazienti colpiti da cancro al colon. Lo rivela un'analisi dei dati aggregati di cinque trial recenti sulla terapia adiuvante, pubblicata sul Journal of Clinical Oncology.

In un totale di 12.000 pazienti arruolati nei cinque studi clinici randomizzati, l'aggiunta di oxaliplatino alla chemioterapia adiuvante standard con fluorouracile e leucovorina è risultata associata a una riduzione significativa del rischio di recidiva entro i primi 14 mesi dopo il trattamento nei pazienti con un cancro al colon in stadio II ed entro i primi 4 anni per i pazienti con malattia in stadio III.

"Abbiamo visto che oxaliplatino riduce in modo significativo il rischio di recidiva e morte entro i primi 6 anni post trattamento e il beneficio maggiore si osserva nei pazienti con tumori ad alto rischio. Il rischio di recidiva nel tempo è significativamente inferiore nei pazienti con un cancro al colon in fase II rispetto ai pazienti con malattia in stadio III, con possibili implicazioni per le strategie di sorveglianza" scrivono gli autori, guidati da Manish A. Shah del Weill Cornell Medical College e del Presbyterian Hospital di New York.

In questo lavoro, Shah e i colleghi hanno analizzato i dati aggregati di cinque studi randomizzati su oxaliplatino, dei quali erano disponibili dati maturi: lo studio NSABP C-07 (del National Surgical Adjuvant Breast and Bowel Project), il NSABP C-08, l'N0147, il MOSAIC (Multicenter International Study of Oxaliplatin/5FU-LV in the Adjuvant Treatment of Colon Cancer) e il XELOXA (Adjuvant XELOX).

I ricercatori hanno calcolato i rischi di recidiva e di decesso nel tempo dal momento della randomizzazione fino a 6 anni in tutti i pazienti trattati con oxaliplatino e in quelli assegnati contemporaneamente a fluorouracile e leucovorina, con o senza oxaliplatino.

Nei pazienti trattati con fluorouracile, leucovorina e oxaliplatino, il rischio massimo di recidiva si è osservato circa 14 mesi dopo il trattamento e poi è diminuito, fino ad arrivare quasi a zero dopo circa 6 anni di follow-up. Inoltre, nei pazienti in cui si è aggiunto oxaliplatino alla chemio adiuvante, il rischio di recidiva è risultato più basso rispetto a quelli trattati solo con fluorouracile e leucovorina in tutti i momenti di valutazione.

Per quanto riguarda il rischio di decesso, oxaliplatino ha ridotto in modo significativo il rischio nel periodo compreso tra 2 e 6 anni dopo il trattamento nei pazienti con malattia in stadio III. L'aggiunta di oxaliplatino, tuttavia, non ha ridotto in modo significativo il rischio di decesso per i pazienti con malattia in stadio II in nessuno dei momenti di misurazione. Inoltre, oxaliplatino è risultato meno efficace nel prevenire le recidive nei pazienti con malattia in stadio II, un dato che suggerisce che la terapia adiuvante intensiva abbia un ruolo limitato in questo gruppo.

"Questi dati rafforzano l'ipotesi che l'aggiunta di oxaliplatino alla terapia con fluoropirimidine fornisca benefici sostenuti nel tempo, prevenendo le recidive, che finirebbero per portare al decesso in questa ampia popolazione di pazienti" concludono gli autori.

M.A. Shah, et al. Impact of Patient Factors on Recurrence Risk and Time Dependency of Oxaliplatin Benefit in Patients With Colon Cancer: Analysis From Modern-Era Adjuvant Studies in the Adjuvant Colon Cancer End Points (ACCENT) Database. J Clin Oncol 2015; doi: 10.1200/JCO.2015.63.0558.
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