Una terapia di mantenimento con MGN1703, un nuovo immunomodulatore sviluppato dalla biotech tedesca MOLOGEN migliora la sopravvivenza libera da progressione (PFS) rispetto al placebo nei pazienti con un tumore del colon-retto metastatico, stando ai risultati di un'analisi ad interim di uno studio di fase II/III chiamato IMPACT.

I dati sono stati presentati da Dirk Arnold, del Centro oncologico universitario di Amburgo, in occasione del congresso della Società Europea di Oncologia Medica (ESMO), chiusosi da poco a Vienna.

L'analisi è stata fatta su 55 pazienti con carcinoma metastatico del colon-retto, nei quali la malattia era sotto controllo (inteso come risposta completa, risposta parziale o stabilizzazione della malattia) dopo un periodo di 4,5-6 mesi di chemioterapia di induzione standard con FOLFOX/XELOX o FOLFIRI con o senza bevacizumab.

La PFS mediana è stata di 5,8 mesi per i pazienti trattati con MGN1703 e 2,7 mesi per quelli trattati con un placebo nella popolazione target predefinita (46 pazienti), con un hazard ratio (HR) di  progressione di 0,39 (P = 0,013). Nella popolazione intent-to-treat di 55 pazienti l'HR è risultato di 0,53 (P = 0,062) a favore del farmaco in studio.

Anche le percentuali di PFS sono risultate significativamente superiori per l’immunomodulatore sia dopo 3 mesi di trattamento (43% contro 8% con il placebo; P < 0,001) sia dopo 6 (34% contro 8%; P = 0,011) sia dopo 9 mesi (22% contro 0%; P = 0,010). L'apparente successo della terapia di mantenimento ha portato gli sperimentatori a sospendere la randomizzazione.

"Questi risultati sorprendentemente positivi sono nel contempo molto innovativi e clinicamente rilevante da un duplice punto di vista: da un lato, MGN1703 è il primo rappresentante di una nuova classe di potenziali farmaci contro il cancro del colorettale a dimostrarsi efficace in uno studio randomizzato" afferma Arnold in un comunicato stampa; "dall’altro, questo è il secondo studio che abbia mai testato il valore di una terapia di mantenimento dopo la terapia di induzione”.

Il trattamento, si legge nella nota dell’azienda, è stato molto ben tollerato nel lungo periodo, confermando l’eccellente profilo di tollerabilità dell0immunomodulatore già evidenziato negli studi precedenti. Gli eventi avversi correlati al farmaco sono stati la febbre in tre pazienti, e polmonite atipica, dolori muscolari, artralgia, affaticamento, parestesia, rash, prurito nella sede di iniezione e aumento degli ANA in un paziente ciascuno.

I ricercatori stanno ora pianificando un ulteriore studio clinico per confermare l'efficacia di MGN1703 nei pazienti con carcinoma del colon rettale metastatico.

Il farmaco è un agonista del Toll-like receptor 9 (TLR9), in grado di attaccare selettivamente le cellule tumorali e gli antigeni rilasciati dalle cellule tumorali come risultato della chemioterapia e della radioterapia.

L'azienda tedesca ritiene che il suo meccanismo di azione universale lo renda un buon candidato anche contro altri tumori, oltre al quello del colon, e ha già fatto richiesta di poterlo testare in uno studio di fase II contro il tumore al polmoni non a piccole cellule (Nscl) avanzato.

D. Arnold, et al. Maintenance treatment with immunomodulator MGN1703 following induction with standard 1st line therapy prolongs progression-free survival in patients with metastatic colorectal (MCRC): results of the phase II/III impact trial. ESMO 2012; abstract 518O.


Alessandra Terzaghi