Il trattamento con cabozantinib (XL184), un nuovo inibitore ad ampio spettro delle tirosin chinasi, ha portato a una notevole risoluzione delle metastasi ossee nell'85% dei pazienti con carcinoma della prostata resistente alla castrazione chimica. Il dato, preliminare, proviene da uno studio multicentrico di fase II presentato pochi giorni fa a Orlando (in Florida) al simposio sui tumori genitourinari dell'ASCO.

Il primo autore David C. Smith, dell'Università del Michigan di Ann Arbor, ha riferito anche che nei partecipanti con metastasi ossee il dolore osseo e l'uso di farmaci narcotici e analgesici sono diminuiti, così come i marker di turnover osseo. In più, a 12 settimane di follow-up, la malattia era sotto controllo in tre quarti dei pazienti. Sono emersi inoltre primi segnali incoraggianti di un beneficio clinico duraturo sia nei pazienti già trattati con docetaxel sia in quelli naive

Nonostante la loro natura preliminare, i dati presentati hanno destato grande interesse e molti esperti li hanno definiti "senza precedenti". Inoltre, secondo altri ricercatori presenti al meeting, gli effetti di cabozantinib sull'osso non sono limitati al carcinoma prostatico. Infatti, il farmaco ha mostrato benefici anche nel cancro alla mammella, nel melanoma, nel carcinoma a cellule renali e in quello della tiroide.

Le metastasi ossee nel carcinoma della prostata resistente alla castrazione sono associate a una sovraespressione del recettore MET, che gioca un ruolo chiave nella sopravvivenza e nella proliferazione delle cellule tumorali, nonché nei processi di invasione e metastatizzazione. È stato inoltre dimostrato che gli osteoblasti e gli osteoclasti esprimono sia il recettore MET sia il recettore del VEGF. In più, il recettore del VEGF di tipo 2 (R2) agisce in sinergia con il MET nello stimolare l'angiogenesi.
Sviluppato dalla biotech americana Exelixis, cabozantinib è un potente inibitore, attivo per via orale, sia del MET sia del VEGFR2 e dunque potrebbe bloccare la progressione delle lesioni ossee osteoltiche e osteoblastiche .

Nello studio presentato a Orlando è stato valutato l'effetto di un trattamento con cabozantinib della durata di 12 settimane, seguito da un sospensione randomizzata, in uomini colpiti da carcinoma della prostata resistente alla castrazione con metastasi ossee e viscerali. Al basale e poi ogni 6 settimane sono state eseguite le scansioni Tac ed Rm. L'endpoint primario  era la riposta obiettiva a 12 settimane.

Dei 168 pazienti arruolati ad oggi, 100 hanno completato le 12 settimane di follow-up. Tra questi, i ricercatori hanno analizzato i dati dei 62 pazienti con metastasi ossee note e almeno una scansione ossea oltre a quella al basale.
Dei 100 pazienti valutabili, 26 hanno abbandonato lo studio prima di arrivare alle 12 settimane di trattamento, per lo più a causa della progressione della malattia o di eventi avversi.

L'85% dei pazienti (53 su 62) di cui erano disponibili le scansioni ossee hanno mostrato una risoluzione parziale o completa delle lesioni ossee e altri otto hanno mostrato una stabilizzazione della malattia. Dei 43 pazienti valutabili con metastasi ossee dolorose, 26 (il 60%) hanno riferito una diminuzione del dolore già dopo 6 settimane di trattamento con cabozantinib. Dei 33 che necessitavano di farmaci narcotici per calmare il dolore, 21 (il 64%) hanno ottenuto un miglioramento del dolore a 6 o a 12 settimane e 13 hanno potuto ridurre il dosaggio dei narcotici o addirittura sospenderli.

Un altro dato positivo riguarda il calo dei marker di turnover osseo, che a 12 settimane si erano ridotti dell'80%.

Da notare, però, che i brillanti risultati sul piano delle metastasi ossee non si sono tradotti in un'attività paragonabile sul tumore primario. Solo sei dei 100 pazienti valutabili, infatti, ha mostrato una risposta obiettiva, mentre 82 hanno raggiunto una stabilizzazione della malattia e a 12 settimane la malattia era sotto controllo in 74 di essi.

Gli eventi avversi sono stati frequenti, ma non quelli gravi. I più comuni sono stati sono stati la fatigue (71%), il calo dell'appetito (52%), la diarrea (46%), la nausea (40%), la stipsi (34%), la disfonia (33%), il vomito (29%), l'ipertensione (25%) e la disgeusia (24%), mentre i più frequenti eventi avversi di grado III sono stati la fatigue (15%) e l'ipertensione (8%).

I ricercatori hanno anche reso noto che è iniziato l'arruolamento dei pazienti in un nuovo studio su cabozantinib nel carcinoma della prostata resistente alla castrazione.

Smith DC, et al. Phase 2 study of cabozantinib (XL184) in a cohort of patients with castration-resistant prostate cancer (CRPC) and measurable soft-tissue disease.
ASCO GU 2011. Abstract 127
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