Carcinoma mammario HR+/HER2- precoce: via libera di NICE all'uso adiuvante di ribociclib nei pazienti ad alto rischio
Il National Institute for Health and Care Excellence (NICE) ha recentemente raccomandato l’uso di ribociclib come trattamento adiuvante per i pazienti con carcinoma mammario precoce ad alto rischio di recidiva. Si tratta di un’estensione importante delle indicazioni per questo inibitore delle chinasi ciclina-dipendenti 4 e 6 (CDK4/6), già autorizzato per il trattamento della malattia avanzata o metastatica.
L’indicazione riguarda specificamente i pazienti con carcinoma mammario HR-positivo e HER2-negativo, la forma più diffusa di tumore mammario, responsabile di circa il 68% dei casi diagnosticati, secondo i dati di Cancer Research UK.
Carcinoma mammario: un rischio di recidiva ancora elevato
In Inghilterra, il carcinoma mammario rappresenta la neoplasia più frequentemente diagnosticata, con oltre 56.000 nuovi casi registrati ogni anno. Nonostante i progressi nel trattamento e una sopravvivenza globale a 10 anni che raggiunge il 76%, il rischio di recidiva resta significativo. Circa il 30% dei pazienti, infatti, sviluppa una ricaduta dopo il trattamento iniziale.
Questo rischio aumenta in presenza di determinate caratteristiche cliniche o patologiche, tra cui un coinvolgimento linfonodale esteso, una dimensione tumorale rilevante o un’elevata proliferazione cellulare valutata attraverso il grading istologico o specifici biomarcatori. Proprio a questa popolazione ad alto rischio si rivolge ora l’indicazione di ribociclib in ambito adiuvante.
Meccanismo d’azione e profilo di sicurezza
Ribociclib è un inibitore selettivo delle chinasi ciclina-dipendenti 4 e 6 (CDK4/6), proteine coinvolte nella regolazione del ciclo cellulare. Bloccando queste chinasi, il farmaco induce l’arresto della proliferazione cellulare in fase G1, limitando la crescita delle cellule tumorali HR-positive. Nell’indicazione adiuvante, ribociclib viene somministrato per via orale in associazione a un inibitore dell’aromatasi e, nelle donne in pre- o perimenopausa e negli uomini, in combinazione con un analogo del GnRH.
Il profilo di sicurezza di ribociclib è ormai ben definito: gli eventi avversi più frequenti includono astenia, anemia, aumentato rischio infettivo, rash cutanei, vertigini e sintomi gastrointestinali. In letteratura, sono stati inoltre segnalati rari casi di tossicità ematologica e prolungamento dell’intervallo QTc. La posologia raccomandata prevede l’assunzione di 400 mg una volta al giorno per 21 giorni consecutivi, seguiti da 7 giorni di sospensione, per un massimo di 3 anni o fino a progressione o tossicità inaccettabile.
Evidenze cliniche e confronto con le alternative
L’approvazione di NICE si basa su dati preliminari di studi clinici che suggeriscono un possibile prolungamento dell’intervallo libero da progressione quando ribociclib viene associato a un inibitore dell’aromatasi, rispetto all’uso di quest’ultimo in monoterapia. Tuttavia, il beneficio in termini di sopravvivenza globale rimane ancora incerto, poiché i follow-up degli studi in corso non hanno finora raggiunto una maturità sufficiente.
È importante sottolineare che ribociclib non è stato ancora confrontato direttamente con abemaciclib — un altro inibitore di CDK4/6 già approvato in setting adiuvante. Le analisi indirette disponibili suggeriscono, secondo NICE, una simile efficacia tra i due farmaci, sebbene i dati non siano ancora definitivi per confermare una superiorità o equivalenza.
L’indicazione riguarda in modo specifico i pazienti il cui carcinoma mammario si è esteso ai linfonodi ascellari. In particolare, sono candidabili coloro che presentano il coinvolgimento di almeno quattro linfonodi, oppure da uno a tre linfonodi positivi in presenza di un tumore primitivo di grado 3 o di dimensioni pari o superiori a 5 cm. L’appraisal committee di NICE ha concluso che ribociclib associato a un inibitore dell’aromatasi è clinicamente ed economicamente vantaggioso per questo sottogruppo di pazienti.
Accesso al trattamento e prospettive future
Sebbene il parere favorevole di NICE rappresenti un passo avanti rilevante, l’ente regolatorio ha ritenuto che i dati attualmente disponibili non siano ancora sufficienti per raccomandare l’uso esteso di ribociclib a tutta la popolazione con carcinoma mammario precoce ad alto rischio. A tal proposito, è stato richiesto a Novartis di fornire ulteriori evidenze e una nuova riunione del comitato di valutazione è già stata programmata per giugno 2025.
Nel frattempo, ribociclib sarà reso disponibile nel Regno Unito attraverso un finanziamento provvisorio garantito dal Cancer Drugs Fund, e dovrà essere rimborsato entro 90 giorni dalla pubblicazione della guida definitiva.
Il farmaco sarà somministrato, come da raccomandazione, al dosaggio di 400 mg una volta al giorno, secondo uno schema di 21 giorni di trattamento seguiti da 7 giorni di sospensione per ciascun ciclo di 28 giorni, da ripetersi per un massimo di tre anni o fino alla progressione della malattia o alla comparsa di effetti collaterali non tollerabili.
Le prospettive per il trattamento del carcinoma mammario precoce HR-positivo/HER2-negativo si fanno dunque più articolate. In attesa dei risultati definitivi degli studi in corso, ribociclib rappresenta un’opzione terapeutica aggiuntiva per i pazienti con rischio biologico e clinico elevato di recidiva.
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