Un gruppo di pazienti con tumore alla mammella in fase molto avanzata e refrattarie ai trattamenti precedenti ha aumentato la sopravvivenza di circa 3 mesi, rispetto alla terapia standard,  se trattati con eribulina (Halaven), un nuovo farmaco oncologico sviluppato da Eisai. E' il risultato di uno studio di fase III appena pubblicato su The Lancet.

Sebbene l'aumento della sopravvivenza possa apparire modesto come dato assoluto, bisogna sottolineare che in questo setting normalmente non ci si aspetta un aumento della sopravvivenza e quindi il dato è di per se molto interessante tanto da far considerare l'utilizzo del farmaco in pazienti in condizioni cliniche meno compromesse.

Lo studio, denominato EMBRACE (Eisai Metastatic Breast Cancer Study Assessing physician's Choice Versus E7389),  ha arruolato 762 donne con cancro alla mammella localizzato o metastatico, randomizzate a ricevere 1,4 mg/m2 di eribiluna per via endovenosa nei giorni 1 e 8 per un ciclo di 21 giorni o un altro trattamento indicato per la patologia scelto dal medico. Le pazienti avevano ricevuto da 1 a 5 trattamenti chemioterapici precedenti con texani o tetraciclina. L'endpoint primario dello studio era la sopravvivenza generale e l'analisi era del tipo intention-to-treat.

Dallo studio è emerso che la sopravvivenza generale con eribulina era di 13,1 mesi (IC 95% 11,8-14,3) mentre quella mostrata dal gruppo di controllo era di 10,6 mesi (IC 95% 9,3-12,5), l'HR=0,81 (IC 95% 0,66-0,99; P=0,041). La differenza nella sopravvivenza tra i due gruppi in studio si è mantenuta invariata anche dopo la suddivisione delle pazienti per sottogruppi in base alla positività o negatività per il recettore HER2 o per ormoni.  Anche la sopravvivenza libera dalla patologia è risultata superiore per il gruppo assegnato a eribulina. La sopravvivenza libera da progressione era di 3,7 mesi con eribulina e di 2,2 mesi per gli altri trattamenti (HR=0,87, P=0,137). La risposta generale nel gruppo assegnato a eribulina era del 12%, rispetto al 5% per il gruppo di controllo (P=0,002).

L'evento avverso più comune per entrambi gruppi era l'astenia che si è presentata nel 54% delle pazienti assegnate a eribulina e nel 40% per il gruppo di controllo. La neutropenia si è presentata nel 52% del gruppo assegnato a eribulina e nel 30% delle pazienti del gruppo di controllo. L'evento avverso più frequente era la neuropatia periferica per la quale il 24% delle pazienti assegnate a eribulina ha dovuto abbandonare lo studio.

Nota anche come E7389, eribulina è una molecola derivata dalle halicondrine, sostanze naturali marine con attività antitumorale, isolate per la prima volta nel 1992 dalla spugna giapponese Halichondria okadai. Queste molecole sono potenti inibitori della tubulina e causano un arresto del ciclo cellulare nella fase G2 - M, provocando nel contempo la distruzione del fuso mitotico.

Lo scorso mese di gennaio, eribulina mesilato  ha ricevuto il parere positivo dell'Ema per il trattamento di terza linea del carcinoma mammario localmente avanzato o metastatico. Lo scorso mese di novembre il farmaco era stato approvato anche dall'Fda.

Javier Cortes Eribulin monotherapy versus treatment of physician's choice in patients with metastatic breast cancer (EMBRACE): a phase 3 open-label randomised study. The Lancet, Early Online Publication, 3 March 2011 doi:10.1016/S0140-6736(11)60070-6
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http://www.thelancet.com/journals/lancet/article/PIIS0140-6736(11)60070-6/fulltext