Oltre ad avere un maggiore rischio di decesso per un carcinoma epatocellulare, i pazienti con un’infezione cronica da virus dell'epatite C (HCV) presentano anche un alto tasso di mortalità per altri tumori, quali il linfoma non Hodgkin, il cancro al pancreas e quelli del retto e dell’orofaringe. Lo evidenzia uno studio appena presentato in occasione del meeting annuale dell’American College of Preventive Medicine a New Orleans.

Per questa ricerca, gli autori hanno analizzato la mortalità legata ai tumori nei 12.126 pazienti con infezione da HCV arruolati nel Chronic Hepatitis Cohort Study (CHeCS), condotto dai Centers for Disease Control and Prevention (CDC), e l’hanno confrontata con i dati di mortalità ricavati dal National Center for Health Statistics per il periodo compreso tra il 2006 e il 2010, aggiustando i risultati in base all’età.

Le analisi hanno rivelato che nel quinquennio considerato 1496 pazienti con epatite C cronica, il 12%, sono morti, di cui 372 (il 25%) a causa di un tumore. Rispetto alla popolazione generale, questi soggetti hanno mostrato una probabilità superiore di decesso a causa di un linfoma non-Hodgkin (RR 2,27) e di un cancro al retto (RR 2,60), al pancreas (RR 1,63) e al cavo orale o alla faringe (RR 5,22).

Come previsto, in questa popolazione il rischio di morire a causa di un tumore al fegato è risultato elevato e quasi 30 volte superiore a quello degli individui non infettati dall’HCV.

Il primo autore dello studio, Robert D. Allison, della Johns Hopkins Bloomberg School of Public Health di Baltimora, ha detto che è importante sottolineare come l'epatite C cronica sia un noto fattore di rischio per lo sviluppo di linfoma non-Hodgkin, ma il lavoro del suo team è il primo studio ad aver indagato e dimostrato che i pazienti con epatite C cronica hanno un rischio maggiore di decesso dovuto a questo linfoma nella popolazione statunitense.

Illustrando i dati, il ricercatore ha detto che potrebbero esserci diverse spiegazioni per l’aumento del rischio osservato degli altri tipi di tumor . “Nel gruppo di pazienti con epatite C c’era una prevalenza maggiore di fumatori e bevitori rispetto alla popolazione generale. Quindi, è difficile dire con certezza se l'aumento del rischio di decesso per i tre tumori correlati al fumo (al cavo orale, al pancreas e al retto) sia legato all’infezione da HCV. Tuttavia, il linfoma non-Hodgkin non è associato né al fumo, né al consumo di alcol” ha osservato Allison.

 Analizzando l' età media del decesso, gli autori hanno anche scoperto che i pazienti con epatite C cronica sono morti in media 12 anni prima rispetto alla popolazione generale per 12 diversi tipi di cancro: vescica, mammella, colon, esofago, leucemia, fegato, polmone, linfoma non-Hodgkin, cavo orale, pancreas, prostata e retto. Questa è stata una scoperta inattesa e preoccupante, che potrebbe avere implicazioni sia per il trattamento dell'infezione da HCV sia per lo screening oncologico nei pazienti con epatite C".

Jake Liang, a capo dell’unità di epatologia e vicedirettore della ricerca traslazionale del National Institute of Diabetes and Digestive and Kidney Diseases, di Bethesda, ha commentato lo studio, di cui non figura tra gli autori, dicendo che “questi risultati sono significativi, perché mostrano che l'infezione cronica da HCV può predisporre una soggetto infetto allo sviluppo di un tumore in sistemi di organi diversi dal fegato, dove il virus si annida”.

Allison ha aggiunto che negli Usa il 70% della popolazione infetta da epatite C (il 77% del campione nel suo studio) è rappresentata da persone della generazione del baby boom, cioè i nati tra il 1945 e il 1965, e che i CDC e la US Preventive Services Task Force raccomandano a tutti questi individui di fare il test dell’HCV.