Oncologia ed Ematologia

Melanoma con BRAF mutato, opzioni migliori l'inibizione di BRAF/MEK e quella di PD-1

Nei pazienti che hanno un melanoma portatore di una mutazione del gene BRAF, l'inibizione combinata di BRAF e di MEK e l'inibizione di PD-1 migliorano in modo significativo la sopravvivenza rispetto ad altri trattamenti. Lo rivelano i risultati di una metanalisi a rete appena pubblicata su JAMA Oncology.

Nei pazienti che hanno un melanoma portatore di una mutazione del gene BRAF, l’inibizione combinata di BRAF e di MEK e l’inibizione di PD-1 migliorano in modo significativo la sopravvivenza rispetto ad altri trattamenti. Lo rivelano i risultati di una metanalisi a rete appena pubblicata su JAMA Oncology.

Obiettivo della metanalisi, a firma di un team canadese guidato da Tahira Devji,della McMaster University, di Hamilton, in Ontario, era dare indicazioni su quali siano le opzioni più efficaci per il trattamento sistemico di prima linea nei pazienti con melanoma avanzato BRAF-mutato dal momento che ci sono pochi dati di confronto testa a testa provenienti dagli studi clinici.

La revisione ha riguardato 15 studi clinici randomizzati in cui almeno un intervento era rappresentato da una terapia mirata o un inibitore dei checkpoint immunitari, con un totale di 6662 pazienti.

Il trattamento con inibitori di BRAF/MEK o inibitori di PD-1 è risultato associato con un maggiore beneficio di sopravvivenza globale (OS) rispetto a tutti gli altri trattamenti esaminati tranne gli inibitori di CTLA-4/GM-CSF. 

Inoltre, quando hanno confrontato fra loro gli inibitori di BRAF/MEK con gli inibitori di PD-1 i ricercatori non hanno trovato alcuna differenza significativa di OS fra i due trattamenti (HR 1,02; ICr al 950,72-1,45).

"Gli inibitori di BRAF/MEK e gli inibitori di PD-1 hanno mostrato un vantaggio significativo di sopravvivenza su tutti gli altri trattamenti con la sola eccezione della terapia con inibitori di CTLA-4/GM-CSF, rispetto alla quale non si è trovata alcuna differenza in OS" scrivono i ricercatori. 

Inoltre, aggiungono Devji e i colleghi, “nelle analisi … sull’OS, non abiamo trovato alcuna differenza statisticamente significativa tra inibitori di BRAF/MEK e inibitori di PD-1. Concludiamo quindi che, sulla base delle evidenze attuali, queste strategie di trattamento devono essere considerate equivalenti rispetto al beneficio di sopravvivenza".

Il trattamento con inibitori di BRAF/MEK ha determinato un vantaggio significativo rispetto ad altri trattamenti anche in termini di sopravvivenza libera da progressione (PFS). Il trattamento con inibitori di PD-1/CTLA-4 ha mostrato di migliorare in modo significativo la PFS rispetto a un inibitore di PD-1 da solo (HR 0,75) e a tutti gli altri trattamenti, tranne gli inibitori di BRAF/MEK.

Inoltre, il trattamento con inibitori di BRAF/MEK oppure con un inibitore di BRAF come agente singolo si è associato a percentuali di risposta complessive più alte rispetto a qualsiasi altro trattamento di confronto (OR 2,00, ICr AL 95% 1,64-2,45]), ma la combinazione di un BRAF-inibitore e un MEK-inibitore si è dimostrata superiore da questo punto di vista rispetto alla monoterapia con il solo inibitore di BRAF.

Sul fronte della sicurezza e tollerabilità, "il beneficio di sopravvivenza deve essere bilanciato con il rischio di effetti tossici. Nel setting della malattia avanzata, il trattamento sistemico non è curativo per la maggior parte dei pazienti e, di conseguenza, la qualità della vita è una priorità" scrivono i ricercatori.

Il trattamento con la chemioterapia e quello con inibitori di PD-1 sono risultati associati a un rischio più basso di eventi avversi gravi rispetto agli altri trattamenti, mentre non si è trovata alcuna differenza significativa tra queste due opzioni di trattamento.

Secondo Devji e i colleghi, nonostante alcuni limiti, fra cui la carenza di dati sull’OS per la combinazione di inibitori di CTLA-4 e di PD-1, questa analisi fornisce un quadro basata sulle evidenze per indirizzare il processo decisionale clinico. "I nostri risultati mostrano che sia con l’inibizione combinata di BRAF/MEK sia con l’inibizione di PD-1 si ha un’OS superiore rispetto agli altri trattamenti. Il profilo di sicurezza favorevole degli inibitori di PD-1 supporta l'utilizzo di questa opzione terapeutica, come terapia di prima linea nei casi in cui non è una priorità ottenere una risposta rapida" concludono i ricercatori.

T. Devji, et al. Systemic Therapy for Previously Untreated Advanced BRAF-Mutated Melanoma. A Systematic Review and Network Meta-Analysis of Randomized Clinical Trials. JAMA Oncol. 2016; i:10.1001/jamaoncol.2016.4877.
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