Dopo il trapianto di cellule staminali ematopoietiche, in alcuni pazienti c’è il rischio di un prolungamento dell’intervallo QT. Lo evidenzia uno studio dell’Università del Minnesota, di Minneapolis, pubblicato di recente sulla rivista Bone Marrow Transplantation.

"La coorte valutabile ha mostrato una chiara evidenza di prolungamento del QT (QTc) corretto in base alla frequenza cardiaca dopo il trapianto di cellule staminali ematopoietiche, con un prolungamento mediano modesto di 16 ms" scrivono i ricercatori, coordinati da Parvin Dorostkar.

Per arrivare a questo risultato, la Dorostkar e i colleghi hanno esaminato i dati relativi a 995 bambini e adulti sottoposti al trapianto di staminali presso l'Università del Minnesota, di cui 952 (il 96%) avevano elettrocardiogramma (ECG) pre-trapianto valutabili e 502 (il 51%) ECG post-trapianto valutabili.

Il QTc mediano pre-trapianto è risultato pari a 426 ms e quello post-trapianto pari a 441 ms. Nei 490 pazienti (il 49%) con ECG valutabili sia pre- sia post trapianto, gli autori hanno trovato un aumento mediano del QTc di 16 ms (P < 0,0001).

Il grado di prolungamento dell'intervallo QTc, tuttavia, è risultato variabile. L' analisi multivariata ha identificato come fattori correlati all’entità del prolungamento del QTc una diagnosi di leucemia mieloide acuta o una diagnosi di disturbi mieloproliferativi. "In entrambi i casi, si è osservato un prolungamento inferiore del QTc," scrivono gli autori, specificando però, che in entrambi i sottogruppi, il QTc pre-trapianto era più lungo.

Un sottogruppo di 68 pazienti è stato ritenuto "a rischio", in virtù di un QTc pre-trapianto lungo (almeno 460 ms nei maschi e 470 ms nelle femmine, indipendentemente dall'età) con un punteggio dell’’indice di comorbidità pre-trapianto non superiore a 2. Questo stato “a rischio” ha mostrato una tendenza ad essere predittivo della mortalità post-trapianto in assenza di recidiva.

I ricercatori ipotizzano che un QTc più lungo nei pazienti con leucemia mieloide acuta possa essere legato alla precedente terapia anti-leucemica, visto che alcuni studi hanno evidenziato un’associazione tra antracicline e prolungamento del QTc. Inoltre, scrivono la Dorostkar e i colleghi, sia nel caso della leucemia mieloide acuta sia in quello dei disturbi mieloproliferativi, l'esposizione agli antimicotici azolici e ai fluorochinoloni potrebbe aver contribuito al prolungamento del QTc.

"Al contrario, i pazienti che fanno il trapianto come terapia per disturbi metabolici hanno mostrato un QTc più breve rispetto agli altri della coorte. In generale, questi pazienti potrebbero essere stati soggetti a un’esposizione minore ai farmaci prima del trapianto rispetto ad altre popolazioni sottoposte al trapianto nella nostra coorte" scrivono gli autori.

Comunque, “il messaggio centrale dello studio è che il trapianto prolunga il QTc” ha detto la Dorostkar in’intervista, anche se lo studio potrebbe non portare ad alcun cambiamento della pratica attuale.

Per quanto riguarda i prossimi passi della ricerca, l’autrice ha aggiunto che sarebbe utile valutare i rischi associati a farmaci specifici e/o a determinate combinazioni di farmaci.

W.P. Miller, et al. Cardiac QTc interval characteristics before and after hematopoietic stem cell transplantation: an analysis of 995 consecutive patients at a single center. Bone Marrow Transplantation 2015; doi:10.1038/bmt.2015.64.
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