I risultati di una nuova analisi di uno studio di fase I condotto in pazienti con tumore della mammella triplo negativo metastatico hanno mostrato che il farmaco sperimentale anti PD-1 messo a punto da Genentech, società controllata da Roche, noto per ora con la sigla MPDL3280A continua ad essere ben tollerato, con segni di attività clinica. I risultati dell’analisi sono stati presentati in occasione del Congresso annuale dell’American Association for Cancer Research.

I risultati preliminari dello studio erano stati presentati lo scorso dicembre al San Antonio Breast Cancer Symposium.
Nello studio, il tasso di PFS a 24 settimane era del 27% e il tasso di risposte oggettive era del 19%. Tre dei quattro pazienti che avevano risposto al trattamento hanno mantenuto la loro risposta alla terapia. Tre partecipanti hanno ottenuto una risposta parziale e due una risposta completa. La durata della risposta andava da 0,1 a più di 41,6 settimane.

Lo studio, ancora in corso, ha arruolato 54 pazienti con tumore al seno con triplo negativo con tumori sia positivi che negativi a PD-L1.
Gli eventi avversi più frequenti osservati nello studio erano perdita di appetito, nausea, fatigue e febbre. Delle partecipanti, l’11% ha presentato almeno un evento avverso di grado 3, tra cui neutropenia, nausea, vomito e riduzione della conta dei globuli bianchi.
L’età media delle pazienti era pari a 48 anni, le partecipanti avevano ricevuto terapie precedenti per la malattia, l’85% delle quali era stata trattata con almeno quattro trattamenti precedenti, incluse la terapia neoadiuvante e adiuvante. Il 59% delle pazienti presentava metastasi viscerali e l’11% metastasi ossee.

MPDL3280A è un farmaco sperimentale progettato per rendere le cellule tumorali più vulnerabili allo stesso sistema immunitario dell’organismo, interferendo con una proteina chiamata PD-L1 (Programmed Death-Ligand-1). L'anticorpo attacca il checkpoint immunitario PD-1/PD-L1, che molti tumori utilizzano per respingere gli attacchi da parte delle cellule T killer. PD-L1 è espresso sulla superficie delle cellule tumorali. All’avvicinarsi di un cellula T killer, PD-L1 si lega a una proteina che funge da recettore ( PD-1 ) sulla superficie delle cellule immunitarie, con conseguente inibizione della attività della cellula T.

Il farmaco ha ricevuto lo scorso febbraio la designazione di terapia fortemente innovativa (“breaktrough designation”) da parte dell’Fda per il trattamento dei pazienti con tumore del polmone non a piccole cellule PD-L1 positivi in cui la malattia è progredita dopo la chemioterapia a base di platino e l’utilizzo di un inibitore di EGFR o ALK.