Uno studio di fase I/II, presentato alla European Lung Cancer Conference di Ginevra, mostra che il farmaco sperimentale sviluppato dall’azienda americana Clovis Oncology e conosciuto con la sigla CO-1686 sembra essere efficace nei pazienti con tumore al polmone non a piccole cellule che hanno sviluppato la mutazione T790M in risposta al trattamento con inibitori di EGFR e che determina resistenza a questi farmaci.

I risultati riportati a Ginevra riguardano 62 pazienti arruolati nella fase I dello studio. I partecipanti presentavano un tumore NSCLC mutato e avevano già ricevuto almeno un trattamento precedente con inibitori dell’EGFR. I pazienti sono stati trattati con CO-1686 alla dose da 900mg BID durante cicli di trattamento di 21 giorni. Quasi la metà dei pazienti aveva ricevuto due o più terapie precedenti, l’età media era di 59 anni e tre quarti dei partecipanti erano donne.

I risultati hanno mostrato un tasso di risposta oggettiva pari al 64% nei pazienti con mutazione T790M confermata. Dopo l’inclusione di pazienti con mutazione non ancora confermata, il tasso di risposta è rimasto superiore al 50%.
Gli eventi avversi più frequenti erano iperglicemia, nausea, diarrea, riduzione dell’appetito, vomito, fatigue e mialgia. La maggior parte degli eventi avversi era di grado inferiore a 3 e tre pazienti hanno sviluppato un prolungamento dell’intervallo QT, che si è risolto con la riduzione della dose del farmaco.

La mutazione T790M è presente in circa il 60% dei tumori NSCLC con EGFR mutato. Si tratta di una mutazione secondaria nonsenso caratterizzata dalla sostituzione di una treonina con una metionina a livello del codone 790 (T790M) dell’esone 20 del gene per EGFR. Il meccanismo attraverso il quale la mutazione T790M induce resistenza agli inibitori di EGFR è presumibilmente dovuto a un aumento dell’affinità di legame tra EGFR e ATP, piuttosto che tra EGFR e il suo inibitore tirosin chinasico.

Dati recenti di letteratura indicano che, in quasi tutti i casi di resistenza acquisita correlata alla mutazione T790M, tale mutazione potrebbe in realtà già pre-esistere in una quota minore di cloni, diventando questa preminente in corso di esposizione a un inibitore tirosin chinasico come conseguenza della selezione evolutiva durante il trattamento.

CO-1686 è un una molecola che si lega irreversibilmente a EGFR mutato, inibendolo e che potrebbe risultare efficace sia come trattamento di prima linea che di seconda linea dei pazienti con NSCLC mutato, con un profilo di sicurezza migliore rispetto agli attuali inibitori delle tirosin chinasi.