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Tumori squamocellulari del distretto testa-collo, aggiunta di nivolumab a chemioradioterapia allontana la recidiva. #ASCO25

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Nei pazienti con tumori a cellule squamose del distretto testa-collo localmente avanzati e ad alto rischio di recidiva, il trattamento adiuvante con nivolumab in combinazione con la chemioradioterapia migliora la sopravvivenza libera da malattia (DFS) rispetto alla sola chemioradioterapia, attuale standard di cura. Lo dimostrano i risultati dello studio di fase 3 NIVOPOSTOP, presentati durante una sessione plenaria del congresso dell’American Society of Clinical Oncology (ASCO), a Chicago.

Il tasso di DFS a 3 anni è risultato del 63,1% nei pazienti trattati con la combinazione di immunoterapia e chemioradioterapia contro 52,5% in quelli trattati con la sola chemioradioterapia, con una riduzione del rischio di recidiva o morte del 24% a favore della combinazione.

Secondo Jean Bourhis, del Centre Hospitalier Universitaire Vaudois di Losanna, che ha presentato i risultati, l'aggiunta di nivolumab alla chemioradioterapia potrebbe diventare un nuovo standard di trattamento per questa popolazione di pazienti. «È la prima volta in oltre 20 anni che una terapia dimostra una superiorità rispetto alla chemioradioterapia standard nei pazienti con carcinoma squamoso della testa e del collo localmente avanzato sottoposti a resezione e ad alto rischio di recidiva», concludono gli autori.

Lo studio NIVOPOSTOP 
Il trial NIVOPOSTOP (NCT03576417) è un trial multicentrico, randomizzato, controllato e in aperto nel quale sono stati arruolati pazienti con carcinoma squamocellulare del distretto testa-collo localmente avanzato che erano stati sottoposti resezione macroscopica completa e presentavano un alto rischio di recidiva.

I partecipanti sono stati assegnati in modo casuale a due bracci di trattamento, uno dei quali prevedeva il trattamento con la chemioradioterapia (334 pazienti; radioterapia a intensità modulata e cisplatino alla dose 100 mg/m2 ogni 3 settimane per tre cicli), mentre l’altro (332 pazienti) prevedeva un trattamento con nivolumab alla dose di 240 mg, seguito dalla chemioradioterapia con tre cicli di nivolumab alla dose di 360 mg ogni 3 settimane, seguiti da sei cicli di nivolumab alla dose di 480 mg ogni 4 settimane.

Le caratteristiche dei partecipanti al basale erano ben bilanciate tra i due bracci. L'età mediana era di 59 anni in entrambi i bracci (range: 53-65 anni) e nella maggior parte dei pazienti la sede primaria del tumore era la cavità orale (58% in entrambi i bracci).

Miglioramento significativo della DFS, indipendentemente dall’espressione di PD-L1
A un follow-up mediano di 30,3 mesi, è stato osservato un miglioramento significativo della DFS con l'aggiunta di nivolumab alla terapia standard. Il tasso di DFS a un anno è risultato del 71,7% nel braccio di nivolumab contro 64,7% nel braccio della sola chemioradioterapia, mentre il tasso di DFS a 2 anni è risultato rispettivamente del 64,9% contro 56,2%.

Bourhis ha precisato che il beneficio di DFS osservato con nivolumab è stato riscontrato in tutti i pazienti, a prescindere dall'espressione di PD-L1, che a sua volta non era strettamente correlata con la DFS.

L'incidenza cumulativa di recidiva locoregionale a un anno è risultata dell'11% nel braccio trattato con nivolumab contro 16% nel braccio della chemioradioterapia, mentre a 2 anni è risultata rispettivamente del 12% contro 19%. A 3 anni l'incidenza cumulativa di recidiva locoregionale è risultata rispettivamente del 13% contro 20% (HR 0,63; IC al 95% 0,42-0,94).
Sebbene i dati sulla sopravvivenza globale (OS) non fossero ancora maturi al momento dell’ultima analisi, sembravano favorire il braccio trattato con nivolumab rispetto al braccio di confronto. Il tasso di OS è risultato rispettivamente dell'89,2% contro 85,9% a un anno, del 78,9% contro 75,6% a 2 anni e del 74,2% contro 67,8% a 3 anni.

Profilo di sicurezza e tollerabilità accettabile 
Eventi avversi di qualsiasi grado correlati al trattamento si sono verificati nel 63,5% dei pazienti nel braccio trattato con nivolumab e nell’80,1% di quelli del braccio di controllo, mentre eventi di grado 3 sono stati riscontrati rispettivamente nel 39,1% contro 48,7% dei pazienti e quelli di grado 4 rispettivamente nel 5,1% contro 3,9% dei pazienti. In entrambi i bracci si sono verificati due eventi avversi correlati al trattamento con esito fatale.

Tra gli eventi avversi correlati al trattamento comuni di grado 3/4 sono stati segnalati stomatite (25% contro 24%), disfagia (24% contro 18%), neutropenia (23% in entrambi i bracci) e disturbi renali (11% contro 5%).

Bibliografia
J. Bourhis, et al. NIVOPOSTOP (GORTEC 2018-01): A phase III randomized trial of adjuvant nivolumab added to radio-chemotherapy in patients with resected head and neck squamous cell carcinoma at high risk of relapse. J Clin Oncol 43, 2025 (suppl 17; abstr LBA2); doi: 10.1200/JCO.2025.43.17_suppl.LBA2.

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