È online il nuovo Quaderno speciale di PharmaStar dedicato al congresso della European Society for Medical Oncology (ESMO), che si è tenuto quest’anno a Barcellona dal 13 al 17 settembre. In tutto, 124 pagine, 28 articoli e 29 video a Key Opinion Leader, oltre sette aree dell’oncologia coperte.

In questa edizione del meeeting, sono da segnalare due studi in particolare – entrambi presentati in un Simposio presidenziale e pubblicati in contemporanea sul New England Journal of Medicine – che sanciscono il ruolo dell’immunoterapia perioperatoria come nuovo standard of care in due tipi di tumori.

Il primo è lo studio NIAGARA, condotto in pazienti con carcinoma della vescica muscolo-invasivo (MIBC). In questo trial, il trattamento con l’anti-PD-L1 durvalumab, somministrato prima della chirurgia in associazione con la chemioterapia neoadiuvante e successivamente in monoterapia, dopo l’intervento, ha dimostrato di migliorare in modo significativo sia la sopravvivenza libera da eventi sia la sopravvivenza globale rispetto alla sola chemio neoadiuvante, riducendo del 32% il rischio di recidiva o morte. Il regime a base di durvalumab somministrato prima e dopo la chirurgia è il primo a dimostrare un miglioramento significativo della sopravvivenza in questo setting.

Il secondo studio che vede protagonista l’immunoterapia perioperatoria, in questo caso con pembrolizumab, è il KEYNOTE-522, condotto su pazienti con carcinoma mammario triplo negativo in stadio iniziale, ad alto rischio di recidiva. Nel trial, il trattamento con pembrolizumab combinato con la chemioterapia neoadiuvante, seguito dalla chirurgia e poi dal solo pembrolizumab ha dimostrato di migliorare in modo significativo la sopravvivenza globale rispetto alla sola chemioterapia neoadiuvante, riducendo del 34% il rischio di morte.

Altri due studi che vedono protagonista l’immunoterapia, con risultati practice-changing, presentati entrambi in un Simposio presidenziale, sono il KEYNOTE-A18, sul tumore della cervice uterina di nuova diagnosi localmente avanzato e ad alto rischio, e il POD1UM-303/InterAACT 2, sul carcinoma squamocellulare del canale anale avanzato, inoperabile, due setting di malattia per i quali da molto tempo non si avevano novità terapeutiche significative.

Nel KEYNOTE-A18, pubblicato in contemporanea su The Lancet, pembrolizumab aggiunto alla chemioradioterapia (CRT) concomitante e poi proseguito in monoterapia ha mostrato di produrre un miglioramento significativo della sopravvivenza globale rispetto alla sola CRT, riducendo del 33% il rischio di morte. A 3 anni, l’82,6% delle pazienti trattate con l’immunoterapia in aggiunta alla CRT è risultato ancora in vita.

Nel POD1UM-303/InterAACT 2, invece, l’aggiunta dell’immunoterapia con l’anti-PD-1 retifanlimab alla chemioterapia standard a base di platino ha dimostrato di migliorare in modo significativo la sopravvivenza libera da progressione rispetto alla sola chemioterapia, riducendo del 37% il rischio di progressione o morte.

Al meeting sono stati presentati molti studi anche sugli anticorpi farmaco-coniugati (ADC), una forma di immunoterapia innovativa. Fra questi, spicca senz’altro lo studio DESTINY-Breast12, pubblicato in contemporanea su Nature Medicine, che ha valutato l’ADC trastuzumab deruxtecan nel tumore della mammella HER2-positivo metastatico, con una buona rappresentanza anche di pazienti con metastasi cerebrali. Lo studio è importante, perché sancisce l’efficacia di questo ADC e il suo ruolo come terapia di scelta di seconda linea in questo setting, anche nelle pazienti con metastasi cerebrali, sia stabili sia attive.

Di queste novità, e di molto altro, vi diamo conto nel nostro Quaderno speciale dedicato al congresso ESMO 2024.

Buona lettura e buona visione.

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