I risultati di uno studio osservazionale pubblicato sulla rivista Annals of Rheumatic Diseases (1) hanno dimostrato che la durata di malattia non sembra influenzare il rischio di malattia CV in pazienti affetti da artrite reumatoide (AR). Al contrario, l'attività media di malattia nel tempo sembra avere un ruolo nell'innalzamento del rischio.

Le implicazioni per la clinica derivanti da questo studio sono notevoli. Come ricordano gli autori dello studio, “...le malattie CV rappresentano la principale causa di morte in corso di artrite reumatoide (AR), rappresentando quasi il 50% del rischio di mortalità aggiuntivo, che riflette prevalentemente i tassi elevati di mortalità per ischemia miocardica e complicanze cerebrovascolari documentati nei pazienti con AR”.

“L'eccesso di rischio CV non può essere completamente spiegato con i soli fattori di rischio tradizionali – spiegano gli autori nell'introduzione al lavoro. - Numerose evidenze scientifiche, infatti, supportano il coinvolgimeno di meccanismi infiammatori e immunitari nei processi che portano ad aterosclerosi. Pertanto, l'infiammazione cronica sistemica documentata in presenza di AR potrebbe rappresentare un fattore di rischio legato alla malattia, in grado di giustificare la presenza di questo rischio CV aggiunto”.

Non solo: ”Una durata di malattia superiore a 10 anni è stata indicata come un fattore di rischio CV nelle raccomandazioni EULAR (2) per la gestione del rischio CV in pazienti affetti da AR – aggiungono gli autori. - anche se alcuni studi hanno mostrato come il rischio CV sia già innalzato nelle prime fasi della malattia, qualche volta addirittura negli stadi preclinici rispetto alla popolazione generale”.

Sulla base di questi presupposti è stato concepito questo studio, avente l'obiettivo di verificare l'esistenza dei rapporti sopra menzionati in pazienti affetti da AR.

A tal scopo, sono stati  reclutati 855 pazienti con AR nelle fasi iniziali ma senza documentazione di evento CV, che sono stati seguiti in follow-up per almeno 6 mesi. I pazienti avevano un'età media di 54 anni, erano in prevalenza di sesso femminile (67% sul totale), una durata media di malattia di quasi 12 anni e un punteggio medio DAS28 di attività di malattia.
L'attività di malattia nel tempo, invece, è stata calcolata utilizzando come indice il time-averaged DAS28 (area sotto la curva del DAS28 calcolato nel periodo totale di follow-up, diviso il periodo di follow-up). L’analisi statistica si è basata su curve di sopravvivenza di Kaplan-Meier e regressione di Cox.

I risultati hanno documentato, nel corso del  follow-up, il verificarsi di 154 eventi cardiovascolari. L’analisi dell’andamento del rischio di malattia CV ha indicato che questo non subiva variazioni in rapporto alla durata di malattia, come documentato dall'assenza di deviazioni nelle curve di sopravvivenza. Inoltre, le distribuzioni di sopravvivenza non differivano tra pazienti con durata di malattia inferiore e superiore ai 10 anni ( log-rank test: p=0,82).

Mentre, però, la durata di malattia non ha influenzato in maniera indipendente il rischio di malattia CV, l’area sotto la curva del DAS28 nel tempo è risultata essere significativamente associata al loro sviluppo (p=0,002), anche dopo correzione per alcuni fattori confondenti (fumo, positività al fattore reumatoide, indice di massa corporea, ecc).

In conclusione, “...la durata della malattia (>10 anni) non può essere considerata un fattore predittivo del rischio CV nei pazienti con AR, come recentemente suggerito dall’EULAR. Al contrario, l'attività della malattia nel tempo sembra contribuire al rischio di malattia CV, in particolare in caso di elevata attività di malattia nel tempo, persistente e scarsamente controllata”.

Nicola Casella
1.    Arts EE, et al. The effect of disease duration and disease activity on the risk of cardiovascular disease in rheumatoid arthritis patients.  Ann Rheum Dis 2015;74:998–1003. doi:10.1136/annrheumdis-2013-204531
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2.    Peters MJL, et al. EULAR evidence-based recommendations for cardiovascular risk management in patients with rheumatoid arthritis and other forms of inflammatory arthritis. Ann Rheum Dis 2010;69:325–31.
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