MOR103: questa la sigla di un nuovo anticorpo monoclonale sperimentale contro il GM-CSF (fattore stimolante le colonie di granulociti-macrofagi) che, stando ai risultati di un trial randomizzato, in doppio cieco, controllato vs. placebo, atto a testare dosi crescenti del farmaco (fase Ib/IIa), sembrerebbe essere sicuro e ben tollerato e mostrare primi segni di efficacia in pazienti affetti da artrite reumatoide (AR).

Lo studio, condotto in Germania, è stato pubblicato sulla rivista Annals of the Rheumatic Diseases.

MOR103 è un anticorpo IgG ricombinante umano ad elevata affinità, che si lega ad un epitopo specifico del GM-CSF, bloccando in tal modo l'interazione recettore-citochina e l'attivazione del recettore. Dal momento che la molecola ha come bersaglio la citochina solubile, non è prevista tossicità apparente, come malattia mediata da immunocomplessi o citotossicità complemento-dipendente.

La molecola è attualmente sviluppata da MorphoSys, start-up tedesca leader nella produzione di anticorpi monoclonali, con una pipeline di più di 70 anticorpi umani candidati al trattamento di tumori, AR e morbo di Alzheimer, per fare alcuni esempi. 

Lo studio ha incluso pazienti adulti con AR attiva, reclutati in 26 centri dislocati nel territorio europeo. I pazienti reclutati avevano almeno tre articolazioni tumefatte e tre articolazioni dolenti, con almeno una tumefazione articolare e livello del polso e della mano (eccezion fatta per le articolazioni prossimali interfalangee). Inoltre, presentavano livelli di proteina reattiva C (CRP) >5 mg/L se sieronegativi per il fattore reumatoide e l'anticorpo anti-peptide ciclico citrullinato, o > 2mg/L se sieropositivi per uno o entrambi i fattori sopra citati. I pazienti reclutati nello studio, inoltre, avevano un punteggio DAS28 di attività di malattia <5,1 e appartenevano alle classi funzionali ACR I, II o III.

L'endpoint primario era costituito dalla valutazione della safety e della tollerabilità. L'outcome primario esplorativo di efficacia, invece, consisteva nella valutazione della variazione del punteggio DAS28 rispetto al basale, calcolato utilizzando i valori di VES.

I pazienti reclutati nel trial sono stati randomizzati a trattamento con placebo o con una delle tre dosi del farmaco previste nel protocollo di studio: 0,3 mg/kg, 1 mg/kg e 1,5 mg/kg. Le dosi previste erano 4 in totale per ciascun gruppo, a cadenza settimanale.

Su 98 pazienti randomizzati, 85 (l'86,7% del totale) hanno portato a termine lo studio: in dettaglio, questi erano distribuiti, rispettivamente, in 22, 21, 19 e 23 nel gruppo placebo e nei gruppi a dosaggio crescente di farmaco.

I risultati hanno documentato un tasso di eventi avversi (AE) sovrapponibile tra i gruppi in esame per la maggior parte degli AE considerati, per quanto il tasso complessivo di AE sia risultato più elevato nei gruppi trattati con MOR103 (60,9%) rispetto al placebo (44,4%).

L'AE documentato con maggior frequenza è stato la nasofaringite. Astenia, tosse e peggioramento dell'AE o recidivazione di malattia (alla fine del trattamento) sono stati osservati con maggior frequenza nei gruppi sottoposti a trattamento con MOR103 rispetto a placebo.

L'entità degli AE nei gruppi in trattamento è stata di grado lieve-moderato. Lo studio ha registrato un solo AE serio (pleurite di intensità moderata) in un paziente trattato con MOR103 al dosaggio di 0,3 mg/kg, che si è risolto grazie a trattamento antibiotico.

Nel corso dello studio, i ricercatori hanno anche effettuato misurazioni dei livelli sierici di tensioattivo D ed eseguito test di funzione polmonare, allo scopo di escludere il rischio di proteinosi alveolare polmonare idiopatica, associato a livelli elevati di auto-anticorpi GM-CSF. In questo modo hanno osservato che i livelli di tensioattivo D sono rimasti nella norma nei pazienti trattati come pure i parametri registrati dai test di funzione polmonare, a suffragare la safety del trattamento.

Quanto alle analisi preliminari di efficacia, il trattamento con MOR103 ha determinato un incremento statisticamente significativo del punteggio DAS28, soprattutto nel gruppo trattato con il farmaco al dosaggio di 1 mg/kg.

In conclusione, i dati disponibili hanno mostrato la buona tollerabilità ed evidenze preliminari di efficacia di MOR103 nei pazienti con AR attiva. Tali risultati sollecitano la necessità di condurre nuovi studi sul potenziale terapeutico di questo anticorpo monoclonale contro il GM-CSF nei pazienti con AR e anche in quelli con altre malattie infiammatorie immuno-mediate.

Nicola Casella

Behrens F, et al "MOR103, a human monoclonal antibody to granulocyte-macrophage colony-stimulating factor, in the treatment of patients with moderate rheumatoid arthritis: results of a phase Ib/IIa randomised, double-blind, placebo-controlled, dose escalation trial" Ann Rheum Dis 2015; DOI: 10.1136/annrheumdis-2013-204816.
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