Una combinazione in dose fissa di glucosamina e condroitin solfato si è dimostrata efficace quanto l’inibitore della COX-2 celecoxib nell’alleviare il dolore al ginocchio moderato o grave in pazienti colpiti da gonartrosi nello studio MOVES, un trial di fase IV di non inferiorità di cui sono stati presentati i risultati in occasione del World Congress on Osteoarthritis, a Parigi.

Anche il profilo degli effetti collaterali e di tollerabilità dei due trattamenti è risultato simile e i pazienti che hanno manifestato eventi avversi durante lo studio sono stati complessivamente il 51%.

Presentando i dati, il primo autore del lavoro Marc Hochberg, della University of Maryland di Baltimora, ha fatto notare che i ricercatori hanno arruolato i pazienti secondo le indicazioni e controindicazioni della scheda tecnica europea di celecoxib, escludendo quindi i soggetti con una storia di malattia coronarica o un’arteriopatia periferica e quelli con diabete instabile o ipertensione non controllata.

Lo studio MOVES, ha spiegato il ricercatore, è stato progettato per ampliare i risultati dello studio GAIT (Glucosamine/Chondroitin Arthritis Intervention Trial), che in alcune analisi esplorative aveva suggerito come la combinazione di glucosamina 1500 mg/die e condroitina solfato 1200 mg/die fosse efficace nel sottogruppo di pazienti che lamentavano un dolore moderato o grave a causa della gonartrosi, mentre i due agenti non erano risultati efficaci nel ridurre il dolore artrosico al ginocchio nella coorte complessiva, sia da soli sia in combinazione.

Lo studio MOVES è un trial randomizzato e in doppio cieco che ha coinvolto 606 pazienti trattati con due capsule di glucosamina 250 mg e condroitina solfato 200 mg tre volte al giorno o celecoxib 200 mg più cinque capsule di placebo al giorno. Due terzi dei partecipanti (il 62,6%) presentavano alterazioni radiologiche di  grado 2 secondo la classificazione di Kellgren-Lawrence e l'84% era di sesso femminile, mentre l’età media era di 62,7 anni.

Dopo 180 giorni, i punteggi medi dell’indice WOMAC sono migliorati in entrambi i gruppi, passando da 372 a 185,8 nel gruppo trattato con la combinazione e da 370,6 a 184,7 in quello trattato con celecoxib, risultato che corrisponde a una differenza media di 1,11 unità (IC al 95% da -21,99 a 19,76; P = 0,917), e che soddisfa quindi i criteri di non inferiorità. Hochberg ha riferito, inoltre, che i risultati sono rimasti significativi nelle analisi di sensibilità.

Nessuna differenza significativa tra i due gruppi nemmeno per quanto riguarda il miglioramento assoluto dopo 6 mesi dei punteggi delle scale WOMAC relative alla rigidità e alla funzionalità articolare e in quelli delle cinque voci individuali della scala WOMAC del dolore.