Pneumologia

BPCO, mepolizumab riduce rischio riacutizzazioni gravi e infiammazione di tipo 2 a 2 anni. Analisi secondaria studio MATINEE

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Quasi in concomitanza con l’approvazione di mepolizumab nel trattamento della BPCO eosinofilica da parte dell’ente regolatorio Usa (Fda) (1), e a distanza di quasi un mese dalla pubblicazione dei dati dello studio registrativo MATINEE (alla base dell’approvazione del farmaco per questa indicazione) (2), sono stati presentati al congresso annuale dell’American Thoracic Association i risultati di un’analisi secondaria del trial  che hanno documentato la capacità di mepolizumab di ridurre il rischio di una prima riacutizzazione grave e di una prima riacutizzazione necessitante di una visita al pronto soccorso e/o di ricovero ospedaliero. L’analisi ha anche dimostrato che, grazie al trattamento con l’inibitore di IL-5, si è osservata una riduzione del numero di giorni trascorsi in terapia intensiva per ogni riacutizzazione rispetto al gruppo di controllo.

Lo studio MATINEE e gli obiettivi dell’analisi secondaria
MATINEE è uno studio di fase III, randomizzato (1:1), in doppio cieco, a gruppi paralleli, che valuta l'efficacia e la sicurezza di mepolizumab 100 mg come terapia aggiuntiva, somministrato per via sottocutanea ogni 4 settimane per 52-104 settimane, rispetto al placebo in aggiunta alla triplice terapia per via inalatoria ottimale (doppi broncodilatatori a lunga durata d'azione più corticosteroidi per via inalatoria).

Lo studio, pubblicato all’inizio del mese su NEJM, ha mostrato una riduzione del 21% del tasso annualizzato di riacutizzazioni moderate o gravi rispetto al placebo (0,80 vs 1,01 eventi per anno; P=0,011). Inoltre, in un'analisi post-hoc dei pazienti con sola bronchite cronica, la riduzione è stata del 31%. Non solo: mepolizumab ha determinato una diminuzione del 35% nel tasso annualizzato di riacutizzazioni che hanno portato a visite al pronto soccorso e/o ricoveri ospedalieri, un dato considerato nominalmente significativo dopo l'aggiustamento per molteplicità.

Questa analisi secondaria dello studio MATINEE presentata al congresso ha incluso i pazienti indipendentemente dalla presenza o dall'assenza di bronchite cronica o enfisema, e indipendentemente dal punteggio della scala di dispnea mMRC al basale.

Risultati dell’analisi secondaria
A tal scopo, i ricercatori valutato 804 adulti di età pari o superiore a 40 anni con BPCO e infiammazione di tipo 2 (conta eosinofili nel sangue ≥ 300 cellule/μL) in trattamento con una tripla terapia inalatoria, al fine di determinare l'impatto del mepolizumab sottocute da 100 mg rispetto al placebo, somministrato ogni 4 settimane, su vari outcome legati alle riacutizzazioni e sull’impiego di risorse sanitarie riferito dai pazienti alla settimana 104.
I pazienti inclusi avevano avuto almeno due riacutizzazioni moderate o una riacutizzazione grave nei 12 mesi precedenti, secondo quanto riportato nella presentazione.
All'interno della popolazione dello studio, 403 pazienti erano stati randomizzati a trattamento con mepolizumab e 401 a trattamento con placebo.

I ricercatori hanno osservato che l'11% dei pazienti del gruppo mepolizumab ha sperimentato almeno una riacutizzazione grave, una percentuale leggermente inferiore rispetto al 15% di pazienti osservato nel gruppo placebo. Inoltre, la proporzione di pazienti con almeno una riacutizzazione grave che ha necessitato di un accesso al pronto soccorso e/o di ricovero ospedaliero è risultata inferiore tra i pazienti trattati con mepolizumab rispetto a quelli trattati con placebo (14% contro 18%).

Alla settimana 104, il tasso annualizzato di riacutizzazioni gravi si è ridotto del 34% (rapporto dei tassi [RR] = 0,66; IC 95%, 0,43-1,01) nel gruppo mepolizumab rispetto al gruppo placebo, con 0,1 eventi all'anno contro 0,15 eventi all'anno.
Analogamente, si è registrata una riduzione del 35% del tasso annualizzato di riacutizzazioni che hanno richiesto un accesso al pronto soccorso e/o il ricovero ospedaliero con mepolizumab rispetto al placebo (RR = 0,65; IC95%, 0,43-0,96).
I pazienti trattati con mepolizumab hanno avuto 0,13 eventi all’anno, mentre quelli trattati con placebo hanno avuto 0,2 eventi all’anno.

I ricercatori hanno continuato a osservare risultati migliori riguardo alle riacutizzazioni tra i pazienti trattati con mepolizumab rispetto al placebo anche nella valutazione del rischio di una prima riacutizzazione grave (HR = 0,74; IC95%, 0,5-1,08) e del rischio di una prima riacutizzazione che porta ad un accesso in pronto soccorso e/o ricovero (HR = 0,73; IC95%, 0,51-1,04).

In entrambi i gruppi, mepolizumab e placebo, il 12% delle riacutizzazioni ha portato ad un ricovero in reparto. Lo studio ha inoltre riportato che il 6% delle riacutizzazioni in ciascun gruppo ha condotto a visite presso pronto soccorso o ambulatoriali, ma il numero medio di visite per riacutizzazione è risultato leggermente inferiore con mepolizumab (0,08 contro 0,09).

I pazienti trattati con mepolizumab, rispetto al placebo, hanno mostrato una proporzione leggermente inferiore di riacutizzazioni che hanno portato ad un accesso in pronto soccorso (11% contro 15%), ma una proporzione leggermente superiore di riacutizzazioni che hanno portato ad un ricovero in terapia intensiva (5% contro 4%).

I ricercatori hanno inoltre evidenziato che il gruppo mepolizumab ha avuto una media di 0,14 accessi al pronto soccorso per riacutizzazione, mentre il gruppo placebo ne ha avuti 0,22. Allo stesso modo, il numero medio di giorni in terapia intensiva per riacutizzazione è stato inferiore con mepolizumab rispetto al placebo (0,17 contro 0,22).

Riassumendo
In conclusione, i risultati di questa analisi secondaria dei dati dello studio MATINEE ha confermato quanto osservato nell’analisi primaria, con la differenza che i pazienti con BPCO e infiammazione di tipo 2 possono trarre beneficio dalla terapia biologica indipendentemente dalla gravità dell’ostruzione al flusso aereo sottostante, con o senza bronchite cronica o enfisema, per ridurre le riacutizzazioni moderate e gravi.

Guardando al futuro, i ricercatori hanno dichiarato che gli studi successivi si concentreranno su strategie che prendano di mira più vie infiammatorie coinvolte nell’inizio e nel mantenimento dell’infiammazione delle vie aeree e dei polmoni nei pazienti con BPCO, come quelle di tipo 1 e tipo 3.

Nicola Casella

Bibliografia
1) https://www.pharmastar.it/news/fda/mepolizumab-approvato-dalla-fda-per-la-broncopneumopatia-cronica-ostruttiva-eosinofilica-47447
2) https://www.pharmastar.it/news/pneumo/bpco-laggiunta-di-mepolizumab-riduce-le-riacutizzazioni-della-bpco-studio-matinee-sul-nejm-47260
3) Criner GJ, et al. Mepolizumab reduces the risk of severe exacerbations and healthcare resource utilization in chronic obstructive pulmonary disease: Results from the MATINEE phase III randomized controlled trial. Presented at: American Thoracic Society International Conference; May 16-21, 2025; San Francisco.
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