Novartis e Bristol-Myers Squibb (BMS) faranno squadra in alcuni studi clinici in cui si valuterà la combinazione dell’inibitore del chekpoint immunitario PD-1 nivolumab con diversi farmaci mirati contro ALK, c-MET e la mutazione T790M dell’EGFR in pazienti con un cancro al polmone non a piccole cellule (NSCLC).

La collaborazione prevede tre studi di fase I/II di fase. Nel primo, nivolumab sarà valutato in combinazione con l'inibitore di ALK ceritinib, mentre negli altri due sarà associato all’inibitore di c-MET INC280 e all’agente sperimentale EGF816, un inibitore orale di terza generazione dell’EGFR specifico per la mutazione T790M. I dettagli dei due studi non sono stati resi noti dalle due aziende.

"I dati preclinici suggeriscono che la combinazione di agenti a bersaglio molecolare con immunoterapie quali nivolumab può avere effetti sinergici e portare a risultati migliori per i pazienti" afferma Alessandro Riva, direttore generale di Novartis Oncology Development and Medical Affairs, in un nota dell’azienda. "Questa collaborazione ci permetterà di studiare diversi composti chiave, tra cui il nostro nuovo inibitore di ALK ceritinib, insieme a una nuova e promettente immunoterapia, aprendo la strada a potenziali nuovi approcci terapeutici per i pazienti con NSCLC"

Ceritinib è stato approvato dalla Food and Drug Administration lo scorso aprile, con 4 mesi di anticipo rispetto all’iter standard, per il trattamento dei pazienti con NSCLC metastatico ALK-positivo che non hanno risposto a crizotinib. L'approvazione si è basata sui dati dello studio ASCEND-1 un trial di fase I a braccio singolo, pubblicato nel marzo scorso sul New England Journal of Medicine, che ha valutato il farmaco in 246 pazienti con NSCLC.

Al congresso della European Society of Clinical ESMO 2014 sono stati presentati i dati aggiornati dello studio, che mostrano unna percentuale di risposta complessiva (ORR) del 61,8% e una sopravvivenza libera da progressione (PFS) mediana di 9. Nei pazienti non trattati in precedenza con un inibitore di ALK  (83), l'ORR è risultata del 72,3% e la PFS mediana di 18,4 mesi, mentre nei rimanenti 163, già trattati in precedenza con crizotinib l’ORR è stata del 56,4% e la PFS mediana di 6,9 mesi.

Nei 124 pazienti con metastasi cerebrali l'ORR è stata del 55,6%, mentre in quelli con lesioni cerebrali misurabili (29), ceritinib ha portato a una riduzione del tumore in circa il 33% dei pazienti.

Nel 2013 l’Fda ha concesso nivolumab, che è sviluppato da BMS, la ‘fast track designation’ (una prpcedura di revisione accelerata del dossier registrativo) come trattamento per i pazienti con NSCLC. L’anticorpo è stato testato a diversi dosaggi in un ampio studio di fase I su 129 pazienti con NSCLC, è stato esplorato in diversi dosaggi. In un'analisi presentata all’ultimo congresso dell’American Society of Clinical Oncology a Chicago, il farmaco si è dimostrato attivo in  in pazienti con mutazioni di KRAS e dell’EGFR. Inoltre, si sono ottenute risposte anche in pazienti che avevano già fatto tre o più linee di terapia.

L’OS mediana è risultata compresa tra 9,2 e 14,9 mesi, le percentuali di OS a un anno comprese tra il 32 e  il 56% e quelle a 2 anni tra il 12 e il 45%. Con 3 mg/kg, l'OS mediana è risultata di 14,9 mesi, l’OS a un anno del 56% e quello a 2 anni era del 45%, mentre l’ORR è stata del 17%, con una durata mediana della risposta di 17 mesi.

Da meno di un mese l’anticorpo è al vaglio anche dell’Ema come trattamento per pazienti con NSCLC. Inoltre, in uno studio di fase III si stanno testando i 3 mg/kg in pazienti con NSCLC con lo status di PD-L1 come un potenziale predittore degli outcome clinici.