Covid-19, la presenza di asma non ha contribuito direttamente all'aumento della mortalità nella prima ondata pandemica #ERS2021
Una nuova analisi presentata nel corso del congresso ERS di quest’anno suffraga osservazioni precedenti che avevano smentito i timori di un aumento di mortalità e ospedalizzazione in persone asmatiche infettata da SARS-Cov-2: i dati di mortalità di questo studio scozzese, infatti, realizzato durante la prima ondata pandemica di Covid-19, non hanno documentato evidenze di un eccesso di mortalità direttamente attribuibile alla malattia asmatica.
Asma e Covid-19: cosa si sa finora
Le evidenze di letteratura attualmente disponibili (dati CDC Usa) mostrano come l’asma non rientri nelle prime 10 comorbilità associate a mortalità da Covid-19, insieme al diabete e alle malattie cardiache croniche più frequentemente invocate. Non solo: una review sull'impatto del Covid-19 nelle persone sofferenti di asma ha mostrato che i pazienti asmatici, infatti, non sono risultati maggiormente esposti al rischio di malattia severa o di mortalità a causa della malattia scatenata dall'jnfezione da SARS-CoV-2.
Sono state avanzate delle ipotesi per spiegare quanto osservate e quella più accreditata suggerisce che i pazienti con asma di tipo T2 presentano una down-regolazione dei recettori ACE2 che potrebbe ridurre il loro rischio di infezione da SARS-CoV-2 . Dato che la terapia con steroidi inalatori (ICS), la principale modalità di trattamento negli asmatici, sembra essere associata con una minore espressione dei recettori ACE2, è probabile che tale legame sia coinvolto nella riduzione della vulnerabilità al Covid-19 e al minore sviluppo di malattia virale severa nei pazienti asmatici appartenenti a questo fenotipo.
Razionale e disegno dello studio
La prima ondata pandemica di Covid-19 nel Regno Unito, hanno ricordato i ricercatori durante la presentazione online del loro lavoro al Congresso, si è avuta nel corso del trimestre marzo-maggio dello scorso anno. Durante questa prima ondata, è stata osservata una riduzione degli accessi in Pronto Soccorso e nelle strutture ospedaliere, insieme ad un picco di mortalità rilevato nel corso del mese di aprile 2020.
A ciò si aggiunga che una review nazionale dei decessi per asma nel Regno Unito aveva documentato che, nel 45% dei casi di decesso, i pazienti morti avevano ritardato o non aveva cercato assistenza medica prima dell’evento letale.
L’obiettivo di questo studio è stato quello di verificare se la mortalità legata all’asma in Scozia durante questo periodo fosse aumentata in concomitanza con la riduzione dei ricoveri ospedalieri e se il sesso di appartenenza avesse qualche effetto sulla mortalità dei pazienti con Covid-19 asmatici.
A tal scopo sono stai analizzati i dati relativi alle ospedalizzazioni nel corso di un quinquennio (Gennaio 2015-Giugno 2020) provenienti da un database di sanità pubblica (Public Health Scotland’s Scottish Morbidity Records) e quelli relativi ai certificati medici di morte provenienti dal Registro Nazionale Scozzese.
I decessi riportati nei certificati di morte erano codificati, secondo le linee guida OMS sulle cause di morte in decessi per causa principale (malattia direttamente responsabile di evento letale) o per causa concorrente (malattia non direttamente legata ad evento letale ma che ne ha accelerato l’esito.
Risultati principali
Come anticipato, ad aprile del 2020 si è avuta una riduzione delle ospedalizzazioni per asma [218 vs. 418 sulla base della media dei dati di un quinquennio)] e si sono registrati 7958 decessi; l’eccesso di mortalità è stato di 2.731 eventi rispetto al valore medio di decessi nel quinquennio, con 2.442 decessi direttamente attribuiti a Covid-19.
Nello stesso mese l’asma è stato registrato sui certificati di morte o come causa principale o secondaria di decesso in 130 casi, rispetto ad una media di 27,5 casi nel quinquennio, e come causa principale di decesso in 7 casi, rispetto ad una media di 9,2 decessi nel quinquennio.
Dei rimanenti 123 pazienti con asma come causa secondaria di decesso, 81 presentavano Covid-19 come causa principale di evento letale. Di questi, 48 (pari al 60%) erano di sesso femminile, rispetto ai 1.130 decessi (48%) documentati in pazienti senza asma come causa secondaria di evento letale (p=0,044).
Riassumendo
Nel commentare i risultati, i ricercatori hanno affermato che i decessi direttamente attribuibili all’asma non sono cresciuti, nonostante la riduzione dei ricoveri ospedalieri nel periodo di osservazione considerato. L’esposizione ridotta a fattori trigger o un’aumentata aderenza potrebbero aver mitigato il rischio.
E’ stata notata una maggiore proporzione di decessi per Covid-19 dove l’asma è stato un evento secondario causativo dell’evento letale nelle pazienti asmatiche: nello specifico, su 81 decessi per Covid-19 registrati nei certificati di morte che includevano l’asma come fattore secondario causativo di decesso, il 59% era rappresentato da donne, a fronte di un 48% di donne morte per Covid-19 tra i 2.361 decesso per Covid-19 non legati ad asma (p=0,044).
Nicola Casella
Bibliografia
Smith S et al. Asthma hospitalisation and mortality during the first wave of COVID-19. ERS2021
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