Esiste un'associazione tra l'esposizione ai disinfettanti e l'incidenza più alta di malattie polmonari croniche ostruttive (BPCO) negli infermieri. È quanto emerge da uno studio i cui risultati sono stati esposti a Milano, nel corso del recente Congresso Internazionale ERS (European Respiratory Society).
Maggiore incidenza di BPCO tra gli infermieri addetti alla disinfezione ospedaliera
Esiste un’associazione tra l'esposizione ai disinfettanti e l'incidenza più alta di malattie polmonari croniche ostruttive (BPCO) negli infermieri. È quanto emerge da uno studio (1) i cui risultati sono stati esposti a Milano, nel corso del recente Congresso Internazionale ERS (European Respiratory Society).
«Circa il 37% degli infermieri ha riferito di essere coinvolto settimanalmente nell'uso di disinfettanti per pulire le superfici» ha sottolineato il primo autore della ricerca, Orianne Dumas, dell'Istituto Francese di Salute e Ricerca Medica (INSERM) a Villejuif (Francia).
Analisi basata sui dati dello studio americano NHS II
L'analisi dei dati provenienti dall’ “US Infermieries Health Study II” (NHS II) ha dimostrato come il personale infermieristico che ha utilizzato vari disinfettanti per pulire le superfici negli ospedali abbia avuto un aumento di rischio del 22% di sviluppare BPCO entro 8 anni (odds ratio corretto [aOR]: 1,22; 95% CI 1,04-1,43). Dumas ha anche riferito di un'analoga associazione suggerita relativa all'uso settimanale di disinfettanti per pulire gli strumenti (19% esposti; AOR 1,18; 95% CI 0.98-1.43).
L'esposizione ad alto livello a specifici disinfettanti valutati dai ricercatori - glutaraldeide, candeggina, perossido di idrogeno e composti ammoniacali quaternari (noti anche come “quats”) - sono stati associati a BPCO incidente (P inferiore a 0,05), con ORs che vanno da 1,24 a 1,32.
La ricercatrice ha osservato che studi precedenti avevano già collegato l'esposizione ai disinfettanti con problemi respiratori, come l'asma, tra i lavoratori in ambito sanitario. I potenziali effetti negativi dell'esposizione ai disinfettanti sulla BPCO hanno però ricevuto molta meno attenzione, sebbene studi pregressi abbiano dimostrato che il lavoro di addetto alle pulizie risulti associato a un rischio più elevato di BPCO.
Evidenze sull’uso dei disinfettanti nelle strutture di ricovero e cura negli USA
In un altro studio pubblicato quest’anno (2), il gruppo di Dumas ha descritto i disinfettanti utilizzati dal personale infermieristico degli Stati uniti e ha indagato le differenze qualitative e quantitative in base alle caratteristiche del luogo di lavoro e alla regione. Si è riscontrato che l’igiene in un ospedale risulta legata a un maggior uso di disinfettanti (OR: 2,06; 95% CI: 1,89-2,24) ma a un inferiore impiego dei prodotti formulati in spray (OR: 0,74; 95% CI 0,66-0,82).
Inoltre, gli infermieri che operano in ospedali di dimensioni minori (meno di 50 posti letto rispetto ad almeno 200) hanno più probabilità di fare uso di disinfettanti (OR: 1,69; 95% CI: 1,23-2,32) e spray (OR: 1,69; 95% CI: 1,20-2,38). Infine, l'uso degli spray è risultato inferiore nell’area occidentale del Paese rispetto a quella nord-orientale (OR: 0,75; 95% CI 0.58-0.97).
Salute occupazionale da integrare nelle linee guida di igiene in strutture sanitarie
Stando alle nostre conoscenze, siamo i primi a segnalare a un Congresso ERS un legame tra disinfettanti e BPCO negli operatori sanitari e a indagare su specifici prodotti chimici che potrebbero essere alla base di questa associazione, ha affermato Dumas. «I nostri risultati forniscono ulteriori prove degli effetti dell'esposizione a disinfettanti sui problemi respiratori ed evidenziano l'urgenza di integrare queste considerazioni sulla salute occupazionale nelle linee guida per la pulizia e la disinfezione nelle strutture sanitarie, come appunto gli ospedali» ha aggiunto.
«Alcuni di questi disinfettanti, come i candeggianti e i ‘quats’, sono spesso utilizzati negli abituali lavori domestici e l'impatto potenziale del loro uso nelle case private sullo sviluppo di BPCO non è noto» ha proseguito la studiosa. «Studi precedenti» ha puntualizzato Dumas «hanno trovato un legame tra l'asma e l'esposizione in casa ai prodotti per le pulizie e ai disinfettanti, quali candeggina e spray. Quindi è importante indagare ulteriormente su questo aspetto».
Sono più di 100.000 gli infermieri negli USA che hanno partecipato all’NHS II. Il gruppo di Dumas ha analizzato i dati degli infermieri (età media: 54 anni) che erano ancora in attività lavorativa (n = 55.185) e non avevano anamnesi patologica positiva per BPCO nel 2009. Li ha seguiti poi per circa 8 anni, fino al maggio 2017. Durante tale periodo tempo, 663 infermieri hanno sviluppato una BPCO secondo diagnosi effettuata da un medico.
L'esposizione degli infermieri ai disinfettanti è stata valutata tramite un questionario e il “Job-Task-exposure Matrix” che ha assegnato l'esposizione ai disinfettanti in base al tipo di lavoro o di attività. Gli infermieri sono stati intervistati ogni due anni, ha spiegato Dumas. I risultati sono stati corretti per i fattori che avrebbero potuto influenzare il risultato, come fumo, età, indice di massa corporea ed etnia. «Questa nuova ipotesi merita ulteriori ricerche» ha concluso la ricercatrice. Una limitazione dello studio, ha osservato, consiste nel fatto che era osservazionale.
Cautela e buon senso è quanto occorre nel parere del presidente eletto ERS
«Lo studio dimostra che si deve stare attenti quando si è vicini a sostanze note per essere irritanti per il polmone, anche perché sappiamo che l'irritazione polmonare nel tempo può condurre allo sviluppo della BPCO» ha affermato Mina Gaga, dell'Atene Chest Hospital e presidente eletto ERS.
«Raccomandiamo alle persone che lavorano con queste sostanze chimiche di utilizzarle correttamente e in particolare di non mescolarle» ha detto Gaga. «Del resto, non è possibile eliminare completamente il loro uso perché c'è bisogno di mantenere le cose pulite con questi agenti». Ha pertanto suggerito alle persone di usare cautela e buon senso, per esempio aprendo una finestra quando fa uso di queste sostanze. «Questo è vero per chiunque, non solo per gli infermieri negli ospedali» ha concluso.
A.Z.
Bibliografia:
1] European Respiratory Society (ERS) International Congress 2017: Abstract OA1774. Milan, September 2017.
2] Dumas O, Wiley AS, Henneberger PK, et al. Determinants of disinfectant use among nurses in U.S. healthcare facilities. Am J Ind Med, 2017;60(1):131-40.
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