Riniti allergiche, prednisolone e antistaminici si equivalgono per efficacia
Uno studio svedese pubblicato su Clinical and Translational Allergy ha dimostrato che l’assunzione di prednisolone o di antistaminico alleviano la rinite allergica con efficacia simile durante la stagione dei pollini degli alberi. Tali risultati suggeriscono che i corticosteroidi sistemici potrebbero non fornire benefici aggiuntivi rispetto agli antistaminici e che i medici dovrebbero dare priorità ad un trattamento individualizzato basato sulle preferenze e sulla tollerabilità del paziente.
Razionale e obiettivi dello studio
La rinite allergica. che colpisce fino a un terzo della popolazione svedese, compromette la qualità della vita e riduce la produttività. I corticosteroidi sistemici sono raccomandati solo se le terapie topiche falliscono, ma le prove a supporto della loro efficacia sono limitate e datate. Vi è inoltre una grande variabilità nell’uso e nel dosaggio da parte dei medici.
La maggior parte degli studi risale agli anni ’80 e ’90, con risultati promettenti ma metodologie superate. Uno studio del 2023 ha mostrato una riduzione dei sintomi con metilprednisolone intramuscolare, ma l’importanza clinica rimane incerta.
L’obiettivo dello studio attuale è stato quello di mettere a confronto l’efficacia dei corticosteroidi orali (prednisolone) con quella degli antistaminici nel trattamento della rinite allergica durante la stagione dei pollini di betulla, partendo da osservazioni cliniche positive.
Disegno dello studio e risultati principali
Lo studio di intervento, avente un disegno monocentrico, in doppio cieco e randomizzato, ha coinvolto 18 adulti (nove donne; età media 30 anni) che sono state sottoposte a trattamento con una compressa da 20 mg di prednisolone e 16 adulti (otto donne; età media 29 anni) che sono state trattate, invece, con una compressa da 20 mg di ebastina ogni giorno per 7 giorni, durante la fase finale della stagione dei pollini del 2018.
Non sono state riscontrate differenze significative tra i gruppi relativamente ai punteggi giornalieri dei sintomi (dSS), ai punteggi giornalieri dei farmaci (dMS) o ai punteggi combinati giornalieri di sintomi e farmaci (dCSMS).
Le AUC medie per i sintomi sono state di 17,2 (IC 95%: 11,7-22,7) per il gruppo prednisolone e di 17,2 (IC 95%: 13,7-20,5) per il gruppo ebastina.
Le AUC medie relative all’impiego di farmaci di soccorso sono risultate pari a 16,8 (IC 95%: 12,3-21,2) per il gruppo prednisolone e a 15,5 (IC95%: 10,2-20,8) per il gruppo ebastina, senza differenze significative.
Inoltre, le AUC medie nei punteggi dCSMS sono state pari a 34 (IC95%: 24,5-43,4) per il gruppo prednisolone e a 32,6 (IC 95%: 25,6-39,7) per il gruppo ebastina, che i ricercatori hanno interpretato come una riduzione del 4% rispetto al gruppo prednisolone.
Entrambi i gruppi hanno registrato riduzioni significative nei punteggi medi del test Sino-Nasal Outcome Test a 22 voci (SNOT-22) tra il giorno 1 e il giorno 21, con un calo da 1,65 a 1,14 (P = 0,03) per il gruppo prednisolone e da 1,5 a 1,2 (P = 0,04) per il gruppo ebastina.
All'inizio dello studio, i punteggi medi totali SNOT-22 erano 36,3 per il gruppo prednisolone e 33 per il gruppo ebastina, considerati dai ricercatori di entità moderata. Questi valori sono scesi rispettivamente a 25,1 e 26,5, indicando un miglioramento in entrambi i gruppi.
Anche i punteggi medi del Juniper Rhinoconjunctivitis Quality of Life Questionnaire (RQLQ) sono diminuiti in modo significativo in entrambi i gruppi tra il giorno 1 e il giorno 21: da 2,61 a 1,78 (P = 0,02) per il gruppo prednisolone e da 2,39 a 1,69 (P = 0,01) per il gruppo ebastina.
Alla fine del periodo di studio, non sono state riscontrate differenze significative nella qualità della vita tra i due gruppi, un risultato che i ricercatori hanno attribuito alla riduzione dei livelli di polline man mano che la stagione progrediva.
Entrambi i gruppi hanno riportato prevalentemente eventi avversi lievi — i più comuni sono stati starnuti, ostruzione nasale, gocciolamento nasale e prurito a naso e occhi — e nessun evento avverso grave.
Riassumendo
In conclusione, i risultati di questo studio suggeriscono che l’assunzione di prednisolone non mostra un'efficacia superiore rispetto agli antistaminici nel ridurre i sintomi o l'uso di farmaci nei soggetti con rinite allergica indotta da pollini di alberi.
Considerata la limitata efficacia riscontrata, i clinici dovrebbero affrontare il trattamento della rinite allergica stagionale con cautela. Rimane fondamentale adottare strategie terapeutiche individualizzate, in base alle preferenze del paziente e alla tollerabilità.
NC
Bibliografia
Skröder C, et al. Clin Transl Allergy. 2025;doi:10.1002/clt2.70017.
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