Tra il 2012 e il 2014 l'uso di sigarette elettroniche è triplicato probabilmente perché utilizzate come strumento per smettere di fumare le sigarette convenzionali. E’ quanto emerge da un grosso sondaggio effettuato in Europa e i cui risultati sono stati presentati all’ultimo congresso della European Respiratory Society. Al contempo questa indagine mostra che negli stessi anni è diminuito l'uso di terapie classiche per smettere di fumare. Durante l’ERS 2017 sono stati presentati altri studi che confermano questo trend in aumento e che evidenziano come all’interno delle e-cigarette ci siano, al di là della nicotina, sostanze nocive a livello respiratorio e che quindi violano normative europee in merito.
La percentuale dei fumatori che usano la terapia convenzionale di sostituzione della nicotina (NRT) per smettere di fumare è diminuita dal 14,6% al 12,2% dal 2012 al 2014, secondo un’indagine effettuata su più di 10.000 europei.
Allo stesso tempo, i tentativi di cessazione del fumo coinvolgenti un professionista sanitario o cliniche specializzate sulla cessazione del fumo sono diminuiti dal 6,7% al 5,0%, secondo quanto rilevato dagli intervistati.
Lo sperimentare le sigarette elettroniche a fini di smettere di fumare è aumentato notevolmente, nel 2014 veniva segnalato dall’11% dei fumatori, contro il 3,7% del 2012, ha dichiarato Constantine Vardavas, professore presso l'Università di Creta, in Grecia.
Secondo Vardavas il basso tasso di coinvolgimento professionale nel settore sanitario è una "preoccupazione significativa".
Vardavas è stato uno dei numerosi ricercatori a presentare studi che esaminano l'uso e la sicurezza della sigaretta elettronica al Congresso Internazionale dell’ERS.
In uno studio separato, Vardavas e colleghi hanno analizzato, nello studio EUREST-PLUS study, 122 liquidi di sigarette elettroniche comunemente venduti in Europa (9 Paesi europei), trovando che tutti i prodotti tranne uno di essi avevano almeno una sostanza classificata dalle Nazioni Unite, sulla base del “Globally Harmonized System of Classification and Labelling of Chemicals” (GHS classification), come un potenziale rischio per la salute.
Circa il 25% dei campioni conteneva ciclopentanolo e il 9% conteneva un ionone. Entrambe sono state classificate come sostanze chimiche che possono causare sintomi di allergia o asma o difficoltà respiratorie se inalate. Il mentolo era presente nel 43% dei campioni e la vanillina etilica era presente nel 16,5%. Entrambi gli additivi sono classificati come "in grado di provocare irritazioni respiratorie", ha osservato Vardavas.
Una recente direttiva della Commissione europea sulle sigarette elettroniche ha rilevato che "a eccezione della nicotina, i liquidi-contenenti nicotina devono contenere solo ingredienti che non costituiscono un rischio per la salute umana nella forma calda e non riscaldata".
Secondo gli autori i risultati ottenuti violano questa norma, considerati tutti gli irritanti dosati. Inoltre, gli stessi ricercatori, evidenziano come sia importante che gli utenti siano a conoscenza che le sigarette elettroniche possono contenere irritanti respiratori.
Questi risultati sono stati rafforzati da una terza presentazione, che segnalava dati derivanti da un'indagine su più di 30.000 adulti selezionati in modo casuale in Svezia (due studi, OLIN su 6,519 partecipanti e WSAS su 23,753 soggetti.
L' uso della e-cigarette era più comune tra gli uomini che tra le donne, 2,2 vs. 1,8% (p<0,016), mentre il fumo convenzionale era più comune tra le donne 12,8%. vs. 11.8, p<0.014.
In un' analisi di regressione logistica multipla, l’uso della sigaretta elettronica era correlato al sesso maschile (OR=1,4 95%CI 1,1-1,6), età più giovane (cioè 20-29 anni OR=2,8 95%CI 2,0-4,0), livello d' istruzione inferiore (OR=2,0 95%CI 1,5-2,6), ex fumatori (OR=2,4 95%CI 1,7-3,2) e fumatori correnti (OR=18,1 95%CI 14,2-23,1).
Questi risultati mostrano come gli utilizzatori di sigarette elettroniche hanno maggiori probabilità di essere attuali fumatori di sigarette convenzionali rispetto a chi già fumava in precedenza o a chi non ha mai fumato.
Circa il 10% degli intervistati ha affermato di aver fumato solo le sigarette convenzionali, mentre lo 0,6% ha dichiarato di aver utilizzato solo sigarette elettroniche e l'1,2% ha detto di aver usato entrambe le sigarette.
L'uso di sigarette elettroniche è stato più comune tra chi aveva appena iniziato a fumare sigarette, con circa il 10% che dichiarava l’uso in quel momento delle sigarette elettroniche. Solo l'1% degli ex fumatori e lo 0,6% dei non fumatori intervistati hanno riferito l'uso corrente di sigarette elettroniche.
Non sorprende che i fumatori di sigarette e i fumatori sia di sigarette convenzionali che elettroniche avessero la probabilità più alta di riferire sintomi respiratori, inclusi tosse persistenti, tosse produttiva e affanno.
Poco più del 25% dei non fumatori ha riportato di aver avuto sintomi respiratori, rispetto al 34% degli utenti di soli sigarette elettroniche, al 46% dei fumatori convenzionali e al 56% dei consumatori dei due tipi di sigarette.
La scienziata comportamentale Linnea Hedman dell'Università svedese di Umea, che ha presentato i risultati, ha dichiarato che i dati sul fumo e su chi fumava entrambi i tipi di sigarette potrebbero essere interpretati in diversi modi.
"Potrebbe essere che queste persone utilizzano le sigarette elettroniche quando sono in luoghi come bar e ristoranti dove non possono fumare sigarette convenzionali, oppure stanno usando le sigarette elettroniche nella speranza di smettere di fumare" ha precisato Hedman.
In una conferenza stampa all’interno del congresso, Hedman ha dichiarato che i risultati del suo team di ricerca e altri suggeriscono che mentre le sigarette elettroniche sono sempre più promosse per la cessazione del fumo, molti fumatori attuali potrebbero invece usarle per comodità.
Ha aggiunto che i dati appena riportati sull'uso della sigaretta elettronica non riguardano l'impatto a lungo termine di un maggiore utilizzo di sigarette elettroniche.
La domanda che ancora rimane senza risposta è se le sigarette elettroniche aumenteranno in futuro i problemi e gli oneri generati dalle malattie respiratorie oppure contribuiranno alla cessazione del fumo. Secondo la Hedman solo gli studi futuri, che seguiranno nel tempo questo gruppo di individui, saranno in grado di rispondere a questa domanda.
Hedman L, et al. and Vardavas C et al. ERS 2017, Abstracts # PA1217, OA1978, PA4485. European Respiratory Society International Congress 2017
Pneumologia
Sigarette elettroniche, utilizzo triplicato nonostante qualche dubbio sulla sicurezza
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