Un esame del sangue, del costo di pochi euro, potrebbe diventare uno strumento estremamente efficace per guidare le cure in chi soffre di asma e Bpco (Broncopneumopatia Cronica Ostruttiva). Il test si chiama “conta degli eosinofili”, ovvero particolari globuli bianchi il cui valore nel sangue può essere particolarmente utile  nei pazienti che soffrono di queste malattie respiratorie. Scoprirne il livello è semplice, basta un emocromo con il conteggio delle diverse sottopopolazioni di globuli bianchi.

A rilanciare l’attenzione su questo test e sulla sua importanza per definire l’approccio terapeutico ottimale per i malati sono le ultime ricerche in ambito pneumologico, presentate a Genova in occasione del Congresso della Società Italiana di Medicina Respiratoria in corso nel capoluogo ligure.

“E’ importante poter contare su un biomarcatore a basso costo in grado di guidare il medico alla scelta del trattamento più appropriato – spiega il dott. Marco Contoli, pneumologo dell’Università degli Studi di Ferrara - Parlando più specificamente di farmaci, ci sono evidenze scientifiche che la terapia con corticosteroidi inalatori può ridurre del 29 per cento il tasso di riacutizzazione della Bpco in persone con una quantità percentuale di eosinofili superiore al 2 per cento del totale dei globuli bianchi.

Un altro studio apparso su Jama evidenzia un effetto positivo tra le persone più anziane per le quali la combinazione tra  i corticosteroidi inalatori e gli antagonisti del recettore beta2 a lunga durata d’azione, rispetto al solo trattamento con i beta2 a lunga durata, è risultata associata ad un rischio significativamente più basso di morte o ospedalizzazione per Bpco”.

Gli eosinofili sono particolari globuli bianchi che giocano un ruolo chiave  in corso di malattie allergiche e nel processo infiammatorio, presenti  sia nel sangue che in altri organi, come i bronchi o le mucose dell’apparato digerente. Normalmente hanno una funzione protettiva   verso   l’attacco di parassiti. che vengono eliminati . grazie al rilascio di mediatori infiammatori da parte degli stessi eosinofili.

Studi  recenti sottolineano come un incremento anche modesto del valore percentuale degli eosinofili può associarsi ad  una particolare gravità  in corso di malattie croniche a  carico delle vie respiratorie. In quest’ottica la conta degli eosinofili nel sangue consentirebbe di distinguere pazienti a più alto rischio di decadimento funzionale e di riacutizzazione di malattia, e quindi permettere al medico di impostare una terapia più adatta al singolo paziente. Questo approccio rivolto ad una maggiore  appropriatezza terapeutica potrebbe tradursi in minori complicazioni per il paziente, miglioramento sintomatico, quindi aderenza alla terapia e in ultimo ad un conseguente risparmio di costi per il sistema sanitario.